
Il governo si trova di fronte a una scelta difficile: come disinnescare le temutissime clausole di salvaguardia che dovranno essere neutralizzate con una manovra da 15 miliardi di euro. L’esecutivo, per bocca del ministro Pier Carlo Padoan, si è impegnato a non far aumentare accise e Iva, ma per fare ciò è necessario reperire risorse. Uno dei modi individuati è quello di ricorrere a una nuova tranche di voluntary disclosure.
Lo scandalo dei Panama Papers, da questo punto di vista, conferma la bontà dell’iniziativa: almeno 800 gli italiani ritrovati negli elenchi dei possessori di conti off shore nel paradiso fiscale centramericano. Per questo, tentare nuovamente la strada del rientro volontario dei capitali detenuti illegalmente all’estero potrebbe portare a un extra gettito significativo. La prima tranche, che verrà validata definitivamente entro il 31 dicembre 2016, porterà in dote una cifra compresa tra i 3,9 e i 4,1 miliardi di euro.
Di più: secondo l’Ocse, che si era fatta paladina di interventi di questo tipo in tutti i paesi, sarebbe opportuno che questo meccanismo diventasse “fisso”, e non una tantum. In questo modo, lo stato potrebbe ridurre l’elusione e potrebbe contare su un tesoretto aggiuntivo che consentirebbe, per esempio, di intervenire su pensioni e costo del lavoro.