
È a rischio per molte aziende il contributo in conto interessi previsto dalla cosiddetta Sabatini. Un allarme lanciato dalle imprese stesse che, convinte che il contributo in conto interessi fosse erogato in maniera automatica, non hanno inviato al ministero in via telematica né la dichiarazione di investimento né la richiesta di erogazione della prima tranche del contributo medesimo. Questo perché il contributo iniziale non ha nulla a che vedere con l’effettiva erogazione del contributo in conto interessi, che deve essere richiesto a investimento ultimato.
Meglio ricapitolare i passaggi: prima di tutto è necessario presentare una domanda per ottenere un finanziamento e far autorizzare il contributo; in seguito, dopo aver realizzato l’investimento, è necessario presentare una dichiarazione che attesti l’avvenuto investimento, con le distinte richieste della prima, seconda, terza, quarta, quinta e sesta tranche del contributo, da presentare ogni anno. Tra il completamento dell’investimento e la dichiarazione devono passare al massimo 60 giorni. Questa richiesta deve essere fatta dal legale rappresentante dell’impresa e dal presidente del collegio sindacale o, in assenza di detto organo, da un revisore legale iscritto al relativo registro.