
Un recupero di gettito da oltre un miliardo di euro: è quanto ottenuto dalle amministrazioni fiscali di Roma e Londra da Google e Apple. E questa procedura è solo all’inizio. La procura della repubblica di Milano ha aperto dei fascicoli contro le multinazionali che operano in Italia ma che hanno sede in luoghi fiscalmente più benevoli per sospetta elusione internazionale.
I colossi, soprattutto afferenti al mondo di internet, hanno capito che l’aria intorno a loro è cambiata in tutto il Vecchio Continente. Anche perché l’Europa deve necessariamente reperire risorse, dopo aver spremuto tutto il possibile da cittadini e professionisti. L’Unione Europea ha presentato nei giorni scorsi un pacchetto di proposte in recepimento dei suggerimenti lanciati dall’Ocse su interessi passivi, strumenti finanziari ibridi e altri meccanismi che potrebbero aver portato all’elusione.
Le multinazionali, dal canto loro, hanno avviato una procedura di revisione delle politiche fiscali, proprio perché sembra che l’epoca dei “paradisi” sia giunta a conclusione. Non si tratta, comunque, di un processo rapido, anche perché il recepimento di queste direttive nei singoli paesi non può essere immediato. Ma la questione sembra giunta a un momento di svolta fondamentale: i colossi multinazionali dovranno impostare le proprie mosse in altre direzioni, senza più cercare quegli stati che concedano loro enormi benefici fiscali in cambio della loro permanenza sul territorio.