
La direttiva di Befera parte dalla constatazione della «diffusa crisi di liquidità» delle imprese, determinata anche dalla massa dei crediti che esse vantano nei confronti della pubblica amministrazione, che rischia di compromettere l'occupazione e lo sviluppo del paese. In questo contesto, l'Agenzia delle entrate deve fare la propria parte, assumendo «ogni iniziativa utile affinché i controlli e le disposizioni di pagamento dei rimborsi fiscali richiesti dalle imprese avvengano con la massima celerità». Il governo, spiega Befera, da parte sua «sta prevedendo consistenti accelerazioni negli stanziamenti per il pagamento dei rimborsi».
Insomma, se davvero l'esecutivo metterà a disposizione i soldi, il direttore dell'Agenzia non vuole proprio che, in questa fase difficilissima, restino nel cassetto un minuto più del necessario, per cui chiama i suoi a un'azione straordinaria, esortando i responsabili degli uffici a destinare all'attività di lavorazione delle pratiche di rimborso, nei prossimi mesi, il maggior numero di risorse umane possibili, dirottando a questa attività anche i funzionari attualmente destinati ad altri compiti. La priorità, infatti, è accelerare al massimo le procedure necessarie all'erogazione di quegli 11 miliardi che prevedibilmente dovrebbero essere disponibili, nel 2013, per il pagamento dei rimborsi Iva in conto fiscale.
A proposito di procedure, i rimborsi dei crediti Iva richiesti dai contribuenti con la dichiarazione annuale possono seguire due strade diverse.
La prima, più veloce, è definita «semplificata»: entro dieci giorni dalla presentazione telematica della dichiarazione annuale, i dati della richiesta di rimborso vengono inviati per via elettronica all'agente della riscossione, che nei successivi dieci giorni chiederà al contribuente, se dovuta, la prestazione della garanzia oppure la dichiarazione sostitutiva di esonero dalla garanzia stessa. Il rimborso viene quindi erogato direttamente dall'agente della riscossione, secondo l'ordine cronologico delle richieste, a partire dal quarantunesimo giorno successivo alla presentazione della dichiarazione (e, in teoria, entro il sessantesimo giorno), accreditando l'importo sul conto corrente bancario o postale comunicato dal contribuente, salvo che, prima di tale termine, l'Agenzia delle entrate non blocchi l'erogazione perché ritiene necessari approfondimenti, oppure perché riscontra l'esistenza di debiti del contribuente o di accertamenti in corso. Il compito degli uffici dell'Agenzia, pertanto, è limitato ai cosiddetti controlli preliminari circa i presupposti del rimborso, l'esistenza di pendenze e, se necessario, all'eventuale verifica di esistenza dell'impresa. Con questa procedura, che non è percorribile da parte dei contribuenti che hanno cessato l'attività o che sono sottoposti a procedure concorsuali, l'agente della riscossione può rimborsare al massimo 516.456,90 euro nel corso dell'anno solare, per cui l'eventuale credito eccedente dovrà essere rimborsato dall'ufficio con la procedura ordinaria. Tale seconda procedura prevede infatti che l'ufficio dell'Agenzia delle entrate emetta una disposizione di pagamento a favore del contribuente, teoricamente entro tre mesi dalla scadenza del termine per la presentazione della dichiarazione. Nell'ambito di questa procedura, prima di disporre l'erogazione del rimborso l'ufficio effettua non soltanto i controlli preliminari di cui sopra, ma solitamente anche controlli più approfonditi volti a verificare nel merito la legittimità del credito e del rimborso (in realtà questi controlli possono essere effettuati, senza pregiudizio per l'erario, anche dopo l'erogazione del rimborso qualora il contribuente abbia presentato la garanzia, entro il termine di scadenza della stessa). I tempi della procedura ordinaria (l'unica possibile per il rimborso dei crediti infrannuali) diventano comunque necessariamente più lunghi e sono influenzati dalle capacità operative del singolo ufficio. Su quest'ultimo aspetto, dunque, l'esortazione del direttore Befera alla mobilitazione di tutte le risorse umane disponibili affinché «si proceda immediatamente alla lavorazione dei rimborsi richiesti e non ancora controllati», dovrà imprimere l'accelerazione auspicata nella lettera e consentire nel breve periodo una vitale iniezione di liquidità nel sistema economico. Sempre che il governo provveda a quegli stanziamenti straordinari cui accenna il direttore.
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