
«L'Inps si “scinde”, l'avvocatura in udienza smentisce il messaggio firmato dal direttore generale Nori», ha commentato Sante Assennato, l'avvocato previdenzialista che difende le parti private. E in effetti con il messaggio 717/13, pubblicato il 14 gennaio 2013, l'Inps annunciava che in attesa della fine dell'istruttoria annunciata dal ministero del lavoro avrebbe confermato l'orientamento amministrativo precedente. A far scoppiare la grana era stata la circolare Inps 149/12 (si veda ItaliaOggi dell'8 gennaio), che recepiva la sentenza 4677/11 della Cassazione. Si tratta, peraltro, di un decisione che ripropone un vecchio orientamento. Secondo l'ultimo orientamento della Cassazione deve essere esclusa l'interpretazione costituzionalmente orientata delle norme secondo cui ai fini del beneficio l'unico reddito da prendere in considerazione sarebbe quello dell'interessato. E ciò perché in tema di pensioni di invalidità e sociale il principio generale è che il limite reddituale va determinato tenendo conto del cumulo del reddito di entrambi coniugi. Non resta che attendere il verdetto.