Boom di imprese che nell'anno 2012 hanno chiuso i battenti. Cancellate dal registro delle imprese mille imprese al giorno. I dati ufficiali sulla mortalità delle imprese risultante dal registro delle imprese sono stati diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese. La rilevazione statistica è stata condotta da InfoCamere, la società di informatica delle camere di commercio italiane. A livello di macro-ripartizione territoriale, il conto più salato del 2012 lo pagano le imprese del Nord che, Lombardia esclusa, complessivamente perdono circa 6.600 unità, i tre quarti delle quali (poco meno di 5 mila unità) concentrate nelle regioni del Nordest. I macro-settori che hanno chiuso il 2012 con un saldo negativo sono solamente quattro che, sommati insieme, rappresentano il 38,1% delle imprese esistenti: agricoltura (-16.791 pari a una riduzione dello stock del 2%), costruzioni (-7.427, corrispondente a una contrazione del numero di imprese dello 0,82%), attività manifatturiere (-6.515, pari al -1,05% in termini relativi) ed estrazione di minerali da cave e miniere (-112, che equivale a una riduzione dello stock di questo settore, fortemente connesso con l'edilizia, del 2,3%). Guardando invece alle categorie imprenditoriali che costituiscono il tessuto economico del paese, il bilancio anagrafico del 2012 evidenzia alcuni fenomeni degni di nota perché da essi, nel recente passato e probabilmente anche per il futuro, sembra dipendere sempre più l'evoluzione della base imprenditoriale italiana. Sono infatti le imprese guidate da giovani under 35, da cittadini stranieri e da donne che hanno consentito al saldo anagrafico annuale di restare, seppur di poco, in campo positivo. A dare il contributo più significativo al saldo, con un bilancio attivo di 70.473 imprese, sono state le imprese giovanili, seguite da quelle gestite da stranieri (24.329).