
La sentenza, che conferma quella di primo grado, ha stabilito prima di tutto che i messaggi inviati alle mailing list sono a tutti gli effetti corrispondenza epistolare, e quindi tutelati dall'art. 15 della Costituzione. Il fatto che il mittente possa non sapere o conoscere tutti gli iscritti alla lista è irrilevante, in quanto comunque la spedizione è limitata ai soli iscritti alla lista, concretizzando così il carattere di determinatezza della corrispondenza. Inoltre, ha anche sancito che la pubblicazione del nome del magistrato e del luogo del suo ufficio costituisce una violazione del principio della essenzialità della notizia, previsto dalla legge sulla privacy.
Pertanto la Corte ha stabilito esserci stata una violazione sia della tutela della corrispondenza che della normativa sulla privacy. È la prima volta che una Corte d'appello si pronuncia in merito alla classificazione dei messaggi inviati a mailing list come corrispondenza a tutti gli effetti, anche se la sentenza ribadisce quanto già espresso da tutta la dottrina e anche dalla sentenza di primo grado. Un altro precedente è stato deciso nel 2008 dal tribunale di Brescia, che ha stabilito gli stessi principi di base, salvo nel merito arrivare ad una conclusione diversa in base alla valutazione dei fatti di causa. Quali possono essere gli effetti di una simile sentenza? «In primo luogo una maggior attenzione da parte della stampa ad alcuni dettagli che ancora adesso sono trattati con una certa noncuranza. Vi è sempre l'abitudine ad indicare nome e cognome di soggetti che sono al centro di fatti di cronaca, o pretesi tali, e la corte di appello ribadisce che bisogna considerare se effettivamente la pubblicazione di questi nomi sia necessaria agli effetti di informazione del cittadino», spiega a ItaliaOggi Raffaele Zallone, legale di parte attrice. «Inoltre fa fare un passo avanti nel riconoscimento giuridico delle nuove tecnologie, in quanto analizza con cura ed attenzione tutti i dettagli delle mailing list prima di arrivare alla conclusione che sono posta a tutti gli effetti».