
Pensioni minime. Con l'incremento dello 0,7% l'importo del trattamento minimo sale da 457,76 euro, valore definitivo 2009, a 460,96 al mese. Con l'aggiornamento Istat, sale anche l'assegno sociale, la rendita assistenziale corrisposta agli ultrasessantacinquenni privi di altri redditi, introdotta dalla riforma Dini (legge n. 335/1995) in sostituzione della «vecchia» pensione sociale: passa da 408,66 a 411,52 euro al mese. Mentre la pensione sociale, ancora prevista per i titolari della stessa al 31 dicembre 1995, sale a 339,14 euro al mese.
Superiori al minimo. Per le pensioni d'importo superiori al trattamento minimo, l'aliquota percentuale di aumento si applica a scalare, secondo determinate fasce d'importo. Al riguardo occorre ricordare l'art. 5, comma 6, della legge n. 127/2007 stabilisce che: «Per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra tre e cinque volte il trattamento minimo Inps, l'indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato, per il triennio 2008-2010, secondo il meccanismo stabilito dall'articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 1998, n. 448, nella misura del 100%.» Di conseguenza, l'aumento di gennaio 2010 sarà così articolato: più 0,7% sulla fascia di pensione mensile sino a 2.288,80 euro, cinque volte il trattamento minimo di dicembre 2009; più 0,525 sulla fascia di importo mensile superiore a 2.280,80 euro.
Il vecchio milione. Chi beneficia dell'aumento previsto dalla finanziaria 2002 che a suo tempo ha consentito di riscuotere 516.46 euro, nel 2010 incasserà 597,84 euro. L'anno prossimo l'ex «milione» verrà attribuito a condizione che l'interessato non consegua redditi propri d'importo superiore a 7.771,92 euro. Se si tratta di soggetto coniugato è inoltre necessario che il reddito, cumulato con quello del coniuge, non superi i 13.121,68 euro. A tal fine si considerano i redditi di qualsiasi natura, compresi quelli esenti, con esclusione della casa di abitazione.