
All'opposto, la città capoluogo che ci guadagnerà di più in percentuale sarà Olbia che avrà un incremento delle entrate del 180% (da 8,9 milioni a 25), seguita da Imperia (+122%), Parma (+105%) e Rimini (+74%). Ma in valori assoluti il comune che si arricchirà di più sarà Milano a cui il federalismo fiscale porterà in dote quasi 170 milioni di euro l'anno (da 499 milioni di trasferimenti a 669).
È quanto emerso a Treviso in occasione del convegno sul federalismo fiscale organizzato dagli ordini dei dottori commercialisti del Triveneto. Dove è stato presentato uno studio di Marco Stradiotto, senatore Pd e componente della Bicamerale per il federalismo, che rappresenta un primo tentativo di analisi costi-benefici della riforma. Lo studio, condotto su 92 dei 110 capoluoghi di provincia italiani, incrocia per ciascun comune i dati sul gettito dei tributi devoluti con quelli sui trasferimenti pubblicati dal ministero dell'interno. E conferma timori antichi, emersi sin dagli albori dell'iter del federalismo: la devoluzione dei cespiti immobiliari ai comuni produce entrate molto disomogenee da ente a ente. Che dovranno essere perequate da un «consistente» fondo di riequilibrio. Ma così facendo, il rischio di realizzare un federalismo tale solo a parole è molto alto. «Per compensare le forti differenze tra comuni», dice Stradiotto a ItaliaOggi, «sarà necessario prevedere un fondo perequativo molto capiente. Ma questo rischia di annacquare il federalismo in quanto resterebbero in vigore meccanismi di ripartizione delle risorse simili a quelli degli attuali trasferimenti, con il pericolo di non riuscire a rompere una storica sedimentazione di privilegi creatisi con la spesa storica».
C'è poi il problema dell'impatto del federalismo sul Sud. Lo studio di Stradiotto conferma che a pagare il conto più salato nel passaggio dai trasferimenti al paniere di tributi immobiliari saranno soprattutto i comuni meridionali. Le uniche città del Sud che avranno beneficio dal nuovo sistema di finanziamento saranno, secondo la ricerca, Campobasso (+5%), Isernia (+5%) e Lecce (+15%). Tutte le altre ci perderanno. Dal lato opposto i comuni del Centronord (finora penalizzati dal sistema dei trasferimenti erariali) potranno contare su sostanziose entrate aggiuntive. L'unica eccezione è Torino che perderà 34,5 milioni di euro (-9%).