
La riforma messa in campo dal consiglio di amministrazione guidato da Brunetto Boco reagisce alla grave crisi economica che nell'ultimo biennio ha toccato particolarmente gli agenti di commercio. Se nel 2006 il bilancio dell'ente presentava una sostenibilità pressoché sufficiente, grazie sia all'aggiornamento dei coefficienti di trasformazione, sia al miglioramento dei rendimenti del patrimonio dovuto anche al varo del progetto Mercurio di dismissione e valorizzazione del patrimonio immobiliare, il contesto attuale si presenta decisamente diverso. In particolare il 2009, sottolinea Boco, «è stato un anno terribile». Il saldo previdenziale è risultato infatti negativo per 44 milioni di euro, mentre quello assistenziale è risultato positivo solo per 34 milioni. I nuovi iscritti sono calati del 4.5% e le entrate contributive del 5%. Parallelamente, sono aumentati gli importi medi delle prestazioni pensionistiche (+3%) e le liquidazioni di indennità di fine rapporto (quasi raddoppiate) in conseguenza della chiusura dei rapporti di lavoro.
Da qui la decisione di intervenire, elaborando una serie di misure che, da una parte, mettessero al sicuro la cassa ben oltre i 30 anni stabiliti dalla legge e che, dall'altra, riducessero al minimo i sacrifici richiesti a lavoratori e aziende inquadrandoli nella prospettiva di una patto generazionale che non penalizzi i più giovani. «È una riforma all'insegna dell'equità», spiega il presidente Boco, «perché l'introduzione del sistema delle quote permette un innalzamento molto graduale dell'età pensionabile e allo stesso tempo consente agli agenti che oggi sono in difficoltà di andare in pensione comunque con la medesima anzianità contributiva di 20 anni. Anche l'aumento delle aliquote contributive sarà graduale. Andrà infatti a regime nel 2020 e il primo scatto ci sarà solo nel 2013, per dare ancora due anni di respiro ad agenti e imprese alle prese con la crisi». Infine, Boco sottolinea come la scelta di intervenire sia sulle aliquote contributive, sia sulla solidarietà (con l'aumento progressivo del contributo al fondo di assistenza) consente di raggiungere due importanti risultati: «Da un lato, tutti contribuiranno a sostenere la fondazione nel lungo periodo, e dall'altro chi entra adesso nel sistema contributivo potrà contare su prestazioni più adeguate».