
La prima società che andrà a gestire la realtà del Nord, avrà sede a Milano e unisce le società di Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Val d'Aosta, Trento e Bolzano, la seconda sarà quella dell'area centro con sede molto probabilmente a Firenze, e vedrà sotto il suo controllo l'Emilia romagna, la Toscana, le Marche, il Molise, l'Abruzzo e l'Umbria. La terza sarà la società che gestirà il Sud con sede a Roma e accorperà al suo interno le società di Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna. Strada autonoma per Equitalia Sicilia, per Equitalia giustizia e Equitalia servizi.
Le tre società saranno articolate in Dra, direzione regionali dell'Agenzia sulla falsariga delle Dre, direzioni regionali dell'Agenzia delle entrate, le Dra saranno poi sul territorio ulteriormente suddivise in strutture provinciali. Questo schema, in sostanza, servirebbe a uniformare il sistema della riscossione all'attuale struttura organizzativa di Agenzia delle entrate, Inps e Guardia di finanza. Le figure di vertice delle società saranno il presidente, l'amministratore delegato e un direttore generale o operativo. L'obiettivo dell'operazione, tra le varie cose, è il contenimento dei costi. Da quelle che oggi sono 19 contabilità differenti, o da quelli che oggi sono 19 differenti uffici acquisti, si passerà a 3. Ma ai piani alti di Equitalia non ci si nasconde che con questa maxioperazione di accorpamento si punta anche a bilanciare performance di bilancio negative di alcune società dell'attuale galassia di Equitalia. Al 31 dicembre del 2009, infatti, ci sono realtà che hanno chiuso con un rosso. È chiaro che unirsi a realtà che hanno bilanci migliori consente questa compensazione.
Il piano, così prospettato, dopo l'incontro con le organizzazioni sindacali in programma per i prossimi giorni dovrà essere ufficialmente discusso nel corso del consiglio di amministrazione di Equitalia fissato per il prossimo 11 novembre.