
L'attuazione delle Direttive 98 e 99 del 2008 ha costituito una occasione importante di innovazione per il legislatore e l'esame del provvedimento che istituisce il Sistri (dm 17/12/2009 e successive modificazioni) mostra come il ministero dell'ambiente si sia mosso a tutto campo nel cercare di predisporre uno strumento moderno di controllo e di monitoraggio.
Infatti il Sistema di tracciabilità Sistri, che sarà operativo dal 1° ottobre, prevede la gestione di quasi tutte le tipologie di rifiuti speciali, pericolosi e non, con poche eccezioni comunque già oggi normate in modo specifico (come i rifiuti prodotti e trasportati in proprio in piccole quantità).
Le imprese, però, si troveranno anche con il Sistri nella necessità di indicare la medesima quantità e tipologia di dati a cui oggi ottemperano: non sono state operate, infatti e purtroppo, semplificazioni nella quantità di informazioni e nei tempi di compilazione rispetto al precedente formulario ed al registro.
In sostanza, sarà come compilare il vecchio formulario cartaceo utilizzando lo strumento elettronico. E qui sorge la preoccupazione, sempre più diffusa, generata dal fatto che la normativa precedente prevedeva la responsabilità del produttore su ciascun singolo atto amministrativo, pena sanzioni pecuniarie rilevanti, specie se si trattava di rifiuti pericolosi. Detto in altri termini, mentre la normativa precedente poneva sanzioni importanti per errori materiali, ma diradava la probabilità che queste venissero comminate dal momento prevedeva l'utilizzo di supporti cartacei il cui controllo risultava oneroso per gli organi preposti, le nuove norme - compreso il nuovo Testo unico ambientale - prevedono le stesse sanzioni, ma al contempo aumentano la probabilità che queste vengano comminate dal momento che rendono più facili i controlli, essendo i formulari «trasmessi» in tempo reale.
L'impatto di una situazione di questo tipo sui 40 mila trasportatori professionali e sulle oltre 50 mila imprese che effettuano il recupero o smaltimento dei rifiuti è difficilmente prevedibile.
Va detto infine che la normativa non ha previsto nulla (lasciando campo libero all'iniziativa privata) circa la formazione del personale, il quale deve essere «delegato» alle funzioni di gestione dei rifiuti dal legale rappresentante delle società e responsabilizzato e formato su tutti gli aspetti previsti dalla normativa.
Allo scoccare del 1° ottobre vedremo se, come ci auspichiamo, l'obiettivo del legislatore sarà stato raggiunto.