Periti industriali chiamati a raccolta. L'appuntamento è per il prossimo 8 ottobre a Roma quando si svolgerà la 54esima assemblea dei presidenti di tutti i collegi provinciali. L'occasione è di quelle da non perdere considerando la duplice congiuntura: un consiglio nazionale in carica che si trova a metà del suo mandato, tra bilanci e prospettive future, e una legislatura traballante. Le cui scelte, ora più che mai, condizioneranno, inevitabilmente, anche il mondo delle professioni. Non è un caso quindi che a partire da questo scenario l'appuntamento tra i vertici di categoria e le rappresentanze del territorio si focalizzerà esclusivamente sul tema della riforma delle professioni di fronte alle iniziative di governo e parlamento e sulla strategia perseguita finora dallo stesso Cnpi. Certo il rischio che la riforma delle professioni inciampi, di nuovo, nelle liti della maggioranza esiste, anche se i rappresentanti delle diverse forze politiche che compongono la commissione giustizia della Camera stanno inviando segnali positivi in questo senso: il disegno di legge riprenderà il suo iter parlamentare già dalla prossima settimana con un consenso sostanzialmente bipartisan. C'è poi la strada intrapresa dal governo. Il guardasigilli Angelino Alfano si è assunto in prima persona l'onere e l'onore di presentare l'attesa riforma. A partire proprio da quel documento unitario che lui stesso ha chiesto ai responsabili degli ordini aderenti al Cup e al Pat di presentare. Poco prima dell'estate l'accordo tra i vari ordini è arrivato e il documento con le linee guida della riforma è stato consegnato nelle mani di Alfano. Ora toccherà (alcune indiscrezioni dicono che la macchina sia già in moto) ai tecnici dell'ufficio legislativo di via Arenula trasformare questa bozza di principi unitari in un articolato. A partire da questo, poi, si declineranno gli aspetti attinenti le singole aree. Nessuna contraddizione tra i due testi che, secondo le intenzioni dello stesso ministro, potrebbero addirittura arrivare a fondersi uno nell'altro. Mentre, però, il documento Cup-Pat contiene principi generali assolutamente condivisibili (incluso il vincolo della laurea universitaria o di livello equivalente per accedere a una professione intellettuale ordinistica) il ddl targato Siliquini parla, senza mezzi termini, dell'albo dei tecnici laureati per l'ingegneria e della contemporanea unificazione delle tre professioni tecniche dei geometri, periti agrari e periti industriali. Mettendo in campo quindi quei principi che vanno comunque nella direzione auspicata da Alfano: snellimento del sistema e correzione del coacervo di provvedimenti presi contro le professioni senza benefici per la collettività. Va da sé che se la crisi dovesse sfociare nella fine anticipata della legislatura tutto il lavoro compiuto in circa due anni e mezzo di mandato svanirebbe di colpo. Questo non vuol dire che il Cnpi fermerà la sua azione: dopo l'assemblea dei presidenti, infatti, è in programma un assemblea unitaria dei vertici di tutte e tre le professioni aderenti al Cogepapi, passaggio indispensabile per arrivare al Congresso unitario previsto per l'estate del 2011. I periti industriali vanno avanti con la convinzione della necessità di riformare un sistema, non tanto per la professione in sé che potrebbe continuare ancora a vivere di rendita, ma per la collettività che richiede a viva voce il necessario ammodernamento del sistema. Che non può che passare attraverso la necessaria chiarezza nei due livelli di competenza nell'area tecnica, da una parte riordinando la regolamentazione dall'altra chiarendo il perimetro dei limiti.