
Domanda. Presidente, che momento sta vivendo l'avvocatura?
Risposta. Di grandissimo fermento. Abbiamo quattro battaglie da combattere: contro la media conciliazione obbligatoria, l'ausiliare del giudice, la rottamazione del sistema giustizia e la difesa dei punti irrinunciabili in seno alla riforma forense, che il senato ha già snaturato.
D. Quali iniziative avete in cantiere?
R. Abbiamo pensato a varie forme di lotta, raccogliendo le proposte dei consigli degli ordini. Vogliamo infatti aderire alla proposta dei fori siciliani di astenersi dal deliberare la designazione dei commissari d'esami di abilitazione alla professione di avvocato; a quella di alcuni ordini forensi di non accettare incarichi di difesa dei meno abbienti e di difensori d'ufficio; acquistare pagine dei giornali per denunziare il grave stato di crisi della giustizia, come ha fatto l'unione lombarda dei consigli dell'ordine degli avvocati; programmare astensioni dalle udienze, manifestazioni territoriali e nazionali (all'Adriano o al Capranica, davanti a Palazzo Chigi) a partire dal 16 settembre; inviare migliaia di fax e email al presidente del consiglio e al ministro della giustizia per rappresentare le giuste ragioni dell'avvocatura sui temi sopra indicati.
D. Cosa pensa del fatto che il ministro Alfano abbia ripreso le fila della riforma delle professioni mentre quella dell'avvocatura giace al senato ormai da mesi?
R. Mi va benissimo che si porti avanti la riforma delle professioni, a patto che il riordino dell'avvocatura avvenga nel rispetto dei punti irrinunciabili che abbiamo più volte ribadito. Oggi, però, della riforma forense non si parla, il testo è già stato in parte snaturato dal senato e per ultimo c'è stato il duro attacco da parte di Confindustria e del suo presidente, Emma Marcegaglia, che fa preludere una volontà politica di soggezione. Insomma, per tutti questi motivi si preannuncia un autunno caldissimo, che sfocerà nel nostro congresso nazionale di novembre.