
Lo ha stabilito la Cassazione: con sentenza 25605 di ieri, ha accolto il ricorso di un torinese al quale la Corte d'appello aveva negato il diritto alla riparazione per l'ingiusta detenzione. L'indagato era risultato estraneo alle accuse di corruzione continuata che l'avevano portato alla custodia cautelare in carcere. Secondo la quarta sezione penale «non può fondarsi la colpa dell'interessato, idonea ad escludere il diritto all'equa riparazione, solo sul silenzio da questi serbato in sede di interrogatorio davanti al pubblico ministero ed al gip, giacché la scelta defensionale di avvalersi della facoltà di non rispondere non può valere ex se per fondare un giudizio positivo di sussistenza della colpa per il rispetto che è dovuto alle strategie difensive che abbia ritenuto di adottare chi è stato privato della libertà personale».