
Secondo Sacconi è importante «riorganizzare l'attività ispettiva selezionando gli obiettivi: si conferma la necessità di svolgere una banca darti relativa a tutte le attività ispettive per evitare sovrapposizioni». È intenzione del governo anche «portare a regime la collaborazione con l'Arma dei Carabinieri a livello territoriale che ha una percezione sul territorio senza eguali nelle istituzioni. Infine ci deve essere un incrocio di informazioni tra la Guardia di finanza e l'Agenzia delle entrate». Sacconi ha sottolineato che è essenziale un lavoro di intelligence per orientare l'attività ispettiva. Inoltre il controllo pubblico deve essere integrato con il controllo sociale soprattutto nelle aree più segmentate «attraverso l'esperienza della bilateralità per sostituire l'odiosa intermediazione del caporalato con l'intermediazione utile e legittima delle parti sociali». E proprio per contrastare il caporalato secondo Sacconi si dovrebbe partire dalla legge Biagi per «inasprire e precisare le pene». «Gli articoli 18 e 28 del decreto attuativo della legge Biagi», ha spiegato il ministro, «prevedono la combinazione sia dell'illecito della somministrazione fraudolenta sia l'ipotesi del reato di intermediazione illecita, come è il caporalato. E all'interno della legge Biagi questo illecito è punito con l'arresto fino a sei mesi, con l'ammenda e un'aggravante se si tratta di minori».