Sono questi i temi discussi ieri, 13 aprile, nell'ambito del consiglio generale della Federazione Confsal-Unsa, orgogliosamente quarta organizzazione sindacale rappresentativa dei lavoratori pubblici del comparto ministeri e presidenza consiglio dei ministri.
Siamo tutti consapevoli di vivere una stagione di profondo cambiamento nel panorama del lavoro pubblico. Un cambiamento che non nasce oggi, ma ha radici quasi ventennali, e richiede un rinnovamento culturale di tutta la pubblica amministrazione (tanto dei lavoratori dirigenti e non, quanto delle loro organizzazioni sindacali), e una cruciale valorizzazione del cittadino rispetto ai servizi resi dalla macchina pubblica.
Abbiamo quotidiani contatti con i nostri iscritti. Sappiamo quale è il sentimento di servizio alla collettività e di dedizione al lavoro che anima chi ogni giorno permette il funzionamento, con scarse risorse, della macchina amministrativa dello stato, dai tribunali agli istituti penitenziari, dalle prefetture alla Corte di conti, dalle ragionerie territoriali ai musei, dagli uffici consolari alle caserme, dalle scuole alle motorizzazioni civili.
È la sicurezza di chi sa di fare con scrupolo e coscienza il proprio lavoro che ci ha permesso di essere parte attiva nel cambiamento e di non sentirci attaccati quando sentivamo parlare di «fannulloni».
Ciò naturalmente non toglie che alcuni aspetti della riforma del lavoro pubblico non siano da correggere. Abbiamo raccolto con soddisfazione l'apertura del ministro Brunetta fatta all'VIII congresso della Confsal il 27 gennaio scorso a modificare la riforma di cui è promotore laddove, una volta attuata, si dimostrasse inefficace o controproducente, anche in relazione alle fasce di merito, la cui rigidità, lo ribadiamo, continua a non piacerci.
La Federazione Confsal-Unsa, sa da dove viene e sa dove è diretta. Dal 1954 è l'espressione più sana e dinamica del sindacalismo autonomo. Un'autonomia dalla politica, dalle ideologie, dai preconcetti, dai pregiudizi, dal no ad ogni costo. Sappiamo fare le battaglie, molte ne abbiamo vinte. Ma ciò che ci ha da sempre contraddistinto è la costante capacità di azionare processi di dialogo e di confronto con la controparte pubblica riuscendo a pervenire a risultati concreti in favore dei lavoratori.
Con questo senso di responsabilità, che ci vede in linea con la Confederazione Confsal di cui siamo i cofondatori insieme allo Snals, abbiamo privilegiato il negoziato in luogo della demagogia, consapevoli che davanti a chi ha il potere bisogna avere un surplus di argomenti per poter ottenere esiti soddisfacenti dalla trattativa.
Essere distanti dalla politica, dai riferimenti ideologici, dai finanziamenti di partito o lobbies, non significa non fare politica. Noi facciamo politica tutti i giorni, come cittadini e come lavoratori. Poiché ogni gesto, ogni parola, ogni scelta implica un'incidenza nell'ambiente circostante. E questo fare politica lo portiamo ai tavoli dei negoziati nazionali, nelle contrattazioni integrative e sui singoli posti di lavoro. Chi pensa che la «riforma Brunetta» abbia indebolito il ruolo del sindacato si sbaglia di grosso. Rivendicare con competenza il rispetto dei diritti sanciti da precise disposizioni che non vengono rispettate o che vengono ignorate fa del sindacato un attore decisivo per il mondo del lavoro. Ciò significa, e continuerò sempre a ribadirlo, che è necessario essere preparati per offrire a ogni collega in difficoltà un sostegno concreto ed efficace. Questa è la nostra «politica», come dimostrato dal recente convegno che abbiamo organizzato per spiegare il decreto legislativo n. 150/09. E continueremo a portare questo impegno ai prossimi importantissimi appuntamenti.
Abbiamo rivendicato più volte il diritto di iniziare le trattative per la nuova stagione contrattuale. Se il governo vuole un'amministrazione efficiente deve partire dal rapido rinnovo dei contratti di lavoro, che rimangono scaduti dal 31 dicembre. Tanto che sulla busta paga di aprile i dipendenti si vedranno corrispondere l'indennità di vacanza contrattuale. La recente firma da parte del ministro per la p.a. dell'atto di indirizzo consente di iniziare il confronto tra Aran e organizzazioni sindacali per la definizione dei comparti di contrattazione, e ciò è propedeutico all'avvio delle trattative sui nuovi contratti 2010-2012. Definiti i comparti, potremo così aprire la stagione negoziale vera propria.
Dal consiglio generale emerge con forza la volontà di aprire fin da subito un tavolo con il governo per definire un calendario di interventi per trovare soluzioni immediate per alleggerire le buste paga dei lavoratori pubblici e dei pensionati. Quale segretario generale della quarta Federazione per il Comparto Ministeri e Presidenza del consiglio dei ministri invito il governo a intervenire con provvedimenti urgenti sull'evasione e elusione fiscale, utilizzando parte delle corrispondenti maggiori entrate (anche in riferimento a quelle derivate dallo scudo fiscale) per creare un pacchetto di risorse finanziarie per consentire di attuare immediatamente a costo zero le politiche di detassazione del lavoro pubblico e delle pensioni. Questi interventi servirebbero a sanare la grande e ingiustificabile differenza tra i lavoratori che puntualmente pagano alla fonte le tasse dovute e chi ha la possibilità di eluderle.
