«Sui lavoratori in mobilità, infatti», specifica il vicepresidente di Fondimpresa, «devono agire le parti sociali. Incrociando i dati sulla mobilità con quelli del Fondo, si potranno infatti individuare le linee formative finalizzate alla collocazione. Si tratta certamente di un progetto sperimentale, al momento il Fondo non ha infatti la pretesa di andare a sistema, ma l'importante è riuscire a organizzare in modo ottimale quattro o cinque sperimentazioni su tutto il territorio per realizzare l'attività formativa necessaria. Il ciclo di seminari che abbiamo inaugurato», conclude Silvestri, «coinvolge i quattro rappresentanti Cgil, Cisl e Uil e Confindustria per quante sono le regioni italiane. Si tratta di una scommessa sulla bilateralità, che può essere lo strumento decisivo per il reimpiego dei lavoratori».
In sostanza, l'avviso n. 2/2010, pubblicato da Fondimpresa all'inizio del marzo scorso, finanzia azioni formative rivolte ai lavoratori collocati in mobilità nel corso di quest'anno, mirate all'occupabilità, e ai lavoratori posti in mobilità prima del 2010 a condizione che l'attività formativa sia finalizzata alla loro assunzione presso un'azienda aderente al Fondo. Condizione essenziale per il finanziamento è un accordo sottoscritto dalle parti sociali a livello territoriale. L'accordo deve fissare: gli obiettivi del Piano, in relazione alle condizioni di occupabilità dei destinatari; il numero complessivo, le aziende di provenienza aderenti a Fondimpresa e le caratteristiche professionali dei partecipanti; i fabbisogni di competenze; i contenuti e le modalità di erogazione della formazione ritenuti idonei a raggiungere i risultati attesi; le forme di certificazione delle competenze e di registrazione sul libretto formativo.
