Il fisco federale guarda all'Iva. I tecnici della commissione paritetica tra stato, regioni ed enti locali sono al lavoro per effettuare le simulazioni degli studi sul federalismo fiscale che si tradurranno, entro settembre, nei primi decreti attuativi della riforma. Un primo assaggio, comunque, secondo la tabella di marcia della commissione presieduta da Luca Antonini, si avrà a giugno, quando i decreti saranno esaminati in prima lettura dal consiglio dei ministri. E sotto la lente degli esperti c'è il progetto di un'Iva sempre più regionalizzata, legata al territorio, su cui le regioni avranno una forte compartecipazione. Diversamente da quanto accade oggi, per cui la compartecipazione è legata a elementi come i dati Istat, in un futuro prossimo sarebbe legata al gettito che i governi locali riscuotono effettivamente. Anche l'Irap subirà un restyling accentuando il suo carattere federalista. Si potrebbe arrivare infatti a una possibilità, ferme le basi imponibili, per le regioni, di introdurre sgravi ad hoc per differenti settori di attività. Le novità potrebbero, inoltre, riguardare anche un'altra imposta che subirebbe interventi di restyling. Scoccherebbe, infatti, l'ora di un ritocchino anche per l'imposta di registro, la sua titolarità potrebbe essere trasferita ai comuni e le modalità di versamento diventerebbero totalmente telematiche. La riforma del fisco federale guarda quindi anche ai comuni. E in questo caso, i tecnici, starebbero valutando l'ipotesi dell'introdurre la cedolare secca sugli affitti del 20%. Da questa voce alle casse dei comuni arriverebbero, secondo le proiezioni, quasi 4 miliardi di euro l'anno, che andrebbero a compensare la perdita di gettito sull'Ici prima casa che valeva 3 miliardi. Con la speranza che la cedolare secca possa dare una spinta anche all'emersione del nero. E su questo punto potrebbero esserci delle novità sul fronte della compartecipazione dei comuni alla lotta all'evasione fiscale. Attualmente, infatti, i comuni incassano sull'evasione, che scoprono e che segnalano attraverso dei canali telematici all'Agenzia delle entrate, il 30% del recuperato. Si starebbe ragionando a intervenire anche su questa percentuale aumentandola. Ma il fisco federale vuol dire anche una maggiore tracciabilità della strada dei tributi, con la possibilità per i cittadini di conoscere non solo a chi e a che scopo versare le imposte ma anche come questi soldi saranno utilizzati.
Attualmente la spesa in mano alle autonomie locali è di 215 mld di euro, 130 vanno alle regioni, 85 ai comuni e alle province ed è in gran parte finanziata dallo stato. Con l'attuazione del federalismo saranno aboliti i trasferimenti veri e propri che ammontano a 20 mld, 14 ai comuni, 3 alle regioni, e 1,5 mld alle province. Ecco dunque che per finanziare alla spesa decentrata si farà leva direttamente sulle tasse.
E se un capitolo importante della riforma è appunto il nuovo volto del fisco federale al ministero dell'economia è riaperto il fascicolo sulla riforma fiscale in senso più ampio. il nuovo assetto del fisco italiano, vecchio di quasi quarant'anni, nelle intenzioni del governo dovrebbe vedere la luce entro tre anni e dovrebbe avere come cardine proprio il federalismo fiscale. Secondo quanto annunciato da Giulio Tremonti, i primi passi della riforma dovranno necessariamente partire dalla semplificazione dei meccanismi di detrazioni e deduzioni. Già la riforma del 2003, ipotizzata nella legge delega 80, proposta da Tremonti, nel prevedere il passaggio a due sole aliquote del 23 e 33%, puntava tutto su una radicale rimodulazione delle detrazioni in funzione delle deduzioni. Il riassetto dovrebbe quindi concludersi con un avviso comune dei soggetti coinvolti, la razionalizzazione delle norme tributarie e la realizzazione di un nuovo Testo unico in materia fiscale.
La lotta all'evasione resta, poi, un obiettivo prioritario, anche in chiave internazionale. Nel mirino i paradisi fiscali e le frodi Iva, con più controlli nei confronti degli italiani residenti stabilmente all'estero e le società con sede in paesi a fiscalità privilegiata. Avanti anche nel contrasto al gioco illecito. Tutti obiettivi indicati anche nell'atto di indirizzo per il triennio 2010-2012 del ministero dell'economia.