
Ieri, 15 maggio 2017, con la sentenza n° 24084 la I Sessione penale della Cassazione ha sentenziato “l’obbligo per l’immigrato di conformare i propri valori a quelli del mondo occidentale in cui ha liberamente scelto di inserirsi” perché è “intollerabile che l’attaccamento ai propri valori, seppure leciti secondo le leggi vigenti nel paese di provenienza, porti alla violazione cosciente di quelli della società ospitante”.
La sentenza nasce dal caso di un indiano sikh, uno dei circa 70mila presenti in Italia, che camminava portando con sé il kirpan, un coltello dalla lama lunga tra i 10 e i 20cm e sacro per i sikh. All’uomo che ha giustificato la presenza del coltello adducendo motivazioni religiose, la Corte di Cassazione ha negato la libertà di portarlo sempre con sé perché irrispettoso dei valori italiani dal momento che potrebbe essere usato come arma.
Al di là del parere espresso dalle diverse fazioni politiche, il dato oggetto di dibattito è l’uso della parola “valore”: a differenza del termine “legge”, il riferimento ai valori potrebbe dare adito a interpretazioni soggettive.
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