
Dalle professioni economico-giuridiche a quelle tecniche, il valore della solidarietà continua a trionfare. Partiamo dagli architetti che, insieme agli ingegneri, sono parte attiva della ricostruzione. «Grazie a un'intesa con la Protezione civile», dice Matteo Capuani, componente del consiglio nazionale dell'ordine, «abbiamo realizzato corsi di formazione, per far sì che circa 1.000 professionisti, in 300 squadre che hanno operato con turni settimanali in sei mesi (a partire da aprile), potessero effettuare le rilevazioni sull'intero patrimonio edilizio». Una sovvenzione partita dall'organismo nazionale ha permesso di destinare quasi 150.000 euro ai circa 80 architetti rimasti senza uno studio e senza un tetto sulla testa. Attraverso una sottoscrizione, invece, ne sono stati reperiti altri 150.000. Nelle aree messe in ginocchio dalle scosse sono arrivati 1.200 ingegneri, tutti volontari. Il presidente del Consiglio nazionale Gianni Rolando riferisce che l'obiettivo era mettere in campo «300 specialisti, ma il contributo è quadruplicato e abbiamo nella banca dati ben 7.000 dichiarazioni di disponibilità», oltre il 3% della categoria, che conta 220.000 iscritti (all'Aquila 2.200). L'organismo nazionale ha raccolto 110.000 euro, e a dicembre sono stati consegnati attestati di ringraziamento ad oltre 1.000 professionisti. L'Eppi, l'ente previdenziale dei periti industriali, ha erogato un bonus di 5.000 euro per tutti i professionisti dei comuni colpiti dal sisma (ne hanno beneficiato in 28). Pochi giorni fa è stata approvata un'indennità pari al 40% del reddito medio nel 2005-2007, moltiplicato per 6/12 (il numero dei mesi successivi all'evento, luglio-dicembre 2009). Il Consiglio nazionale dei dottori agronomi e forestali, attraverso la cassa di previdenza (Epap), ha dato il via una raccolta di fondi e ad oggi sono stati arrivati 75.000 euro. La categoria si è impegnata nel ripristino delle aree verdi e nel censimento dei danni nei territori rurali. Per il presidente nazionale, Andrea Sisti, «il sisma ha paralizzato le attività dei liberi professionisti, a cui mancano i più semplici strumenti di lavoro» (la riattivazione delle linee telefoniche non è stato completata, ndr). Fra le iniziative, il mutuo Epap per l'attivazione della professione senza limiti di età (secondo la prassi, invece, c'è il tetto dei 40 anni) al tasso del 2%. «Il peggio è passato», ai camici bianchi (2.700 nell'area colpita dal terremoto, compresi gli odontoiatri, di cui 1.200 hanno subito danni e uno è deceduto) la forza d'animo non è venuta meno, dice Maurizio Ortu, presidente dell'ordine locale. Gli ospedalieri, avendo uno stipendio, stanno meglio dei colleghi che svolgono l'attività privata: il numero dei pazienti si è ridotto e in molti studi non è possibile effettuare visite. La Federazione nazionale degli ordini dei medici e gli ordini provinciali hanno messo da parte risorse per circa 380.000 euro per realizzare un ambulatorio che contribuisca alla rinascita della rete dei servizi sanitari. Attraverso una sottoscrizione, la Federazione nazionale degli ordini dei veterinari ha racimolato 142.000 euro per soccorrere i quaranta colleghi (sui 141 iscritti all'Aquila e provincia) che hanno subito danni. Giuseppe Aseleti, che guida l'ordine aquilano, parla della «perdita del 40%-50% del reddito». Il denaro raccolto è stato così distribuito: 3.748 euro a ventuno liberi professionisti in difficoltà, altri 2.748 ad altri due colleghi, 800 ai veterinari dipendenti. «C'è stato, poi», continua, «un mecenate di Milano che ne ha elargiti 30.000 chiedendo che fossero usati per l'assistenza zooiatrica. Insieme a una associazione di categoria, l'Anvi, abbiamo realizzato una convenzione con i liberi professionisti per la sterilizzazione a costi ridotti dei gatti dei residenti a basso reddito nelle aree terremotate». In una regione con una forte vocazione pastorizia come l'Abruzzo, Aseleti sottolinea come «i veterinari hanno garantito l'assistenza agli animali da reddito e da compagnia, anche in alloggi di fortuna».