Consulenza o Preventivo Gratuito

l'intervento

del 26/03/2010
di: Giorgio Sganga, segretario del consiglio nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili
l'intervento
La previdenza dei commercialisti

Il destino delle casse di previdenza dei dottori commercialisti e dei ragionieri è un tema troppo delicato per essere affrontato in modo estemporaneo e per essere fatto oggetto di inutili polemiche. Di fronte ad un problema che riguarda il futuro di decine di migliaia di colleghi, per il quale è sinora risultato estremamente difficile individuare una soluzione condivisa tra le parti in causa, occorrerebbe, oggi ancor più che in passato, assumere tutti comportamenti responsabili ed equilibrati, evitando di esacerbare ulteriormente gli animi. A questo spirito dialogante, rispettoso e del tutto consapevole della complessità estrema della situazione, si ispiravano le dichiarazioni da me rilasciate ad Italia Oggi del 24 marzo scorso. In quella circostanza mi ero limitato a ribadire posizioni da me più volte espresse, sottolineando i rischi legati alla cristallizzazione faziosa delle reciproche posizioni, un'eventualità a mio avviso da scongiurare con forza. Il mio era, in sostanza, l'ennesimo appello al confronto, nel rispetto assoluto dell'autonomia dei due Enti previdenziali di categoria. Per questo sono sorpreso dal tono della replica del collega Walter Anedda alle mie affermazioni, riportata da Italia Oggi di ieri, che mi pare incomprensibilmente polemico. Io non ho soluzioni precostituite né tanto meno ho mai parteggiato per alcuna delle soluzioni che nei lunghi anni di estenuante dibattito su questa vicenda sono state prospettate. Mi limito a denunciare il rischio che la polemica sulle Casse possa diventare l'estrema occasione per continuare a parlare, a proposito dei commercialisti italiani, di due categorie diverse. A quasi tre anni dalla nascita dell'Albo unico, con i frutti positivi che questa storica novità ha a mia avviso già prodotto, ciò sarebbe un clamoroso e deleterio passo indietro, soprattutto in considerazione delle esigenze delle nuove generazioni, a qualunque titolo appartenenti alla nostra categoria. Questa è l'unica considerazione che mi sento in dovere di fare, anche in vista dell'incontro che terremo il prossimo 7 aprile, nella speranza che l'ascolto reciproco che ancora una volta sollecitiamo, possa servire a non spezzare definitivamente il filo del dialogo tra i vertici delle due Casse di categoria.

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