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Le professioni tecniche: gravi pericoli per la sicurezza

del 25/03/2010
di: La Redazione
Le professioni tecniche: gravi pericoli per la sicurezza
Professioni tecniche contro il decreto incentivi. Da ingegneri, architetti, geometri e periti industriali è arrivato infatti un no compatto alla norma che abolisce l'obbligatorietà della denuncia di inizio di attività edilizia per le opere di manutenzione straordinaria. Perché contraria alle norme e ai regolamenti in materia di sicurezza sismica, risparmio energetico, sicurezza sul lavoro e tutela del territorio, dato che esclude il controllo obbligatorio sui lavori da parte dei professionisti abilitati. «Le novità introdotte dal decreto incentivi», commenta Giovanni Rolando, presidente del consiglio nazionale degli ingegneri, «nel momento in cui rimettono al committente la responsabilità di valutare se i lavori possano sottrarsi ai controlli della Dia, si scontrano con la recente entrata in vigore di norme e regolamenti in materia di sicurezza sismica, risparmio energetico, sicurezza sul lavoro e tutela del territorio, norme che diventerebbero dunque facilmente eludibili. Inoltre il decreto non prevede incentivi per tutte quelle fasce professionali che operano nel settore dell'edilizia, fasce che peraltro in questo momento risentono di più delle conseguenze di una crisi che sta investendo pesantemente il settore».

Contrario ai provvedimenti riguardanti l'edilizia contenuti nel «decreto legge incentivi a sostegno dei settori industriali in crisi», approvato dal governo il 19 marzo scorso, anche il consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. «In particolare la possibilità di intervenire senza alcun tipo di titolo abilitativo in materia di manutenzione straordinaria e di altre significative attività edilizie», recita la nota diffusa dal consiglio nazionale, «non costituisce infatti un auspicabile intervento di semplificazione amministrativa ma, al contrario, induce gravissime conseguenze in relazione alla sicurezza, alla tutela del patrimonio edilizio, alla rispondenza degli interventi realizzati alle normative di tipo edilizio, paesistico ed ambientale ed alla possibilità da parte delle pubbliche amministrazioni di controllare gli interventi sul patrimonio esistente». Critico anche il presidente dei geometri, Fausto Savoldi. «Condividiamo il tentativo di snellimento delle procedure», spiega, «ma la presenza di un tecnico che si assuma la responsabilità della dichiarazione di conformità alla legge dell'intervento è necessaria. E non è un compito che si può assegnare a un'impresa senza una qualifica».

Secondo i periti industriali, l'abolizione della Dia per gli interventi di manutenzione straordinaria provocherà numerosi conflitti nei confronti delle regioni che detengono la competenza esclusiva in materia e problemi di sicurezza per i cittadini. «Escludere la competenza del tecnico professionista per le opere di manutenzione straordinaria, non significa fare un favore al cittadino, ma creare seri problemi nell'ambito della sicurezza, dato che era proprio il professionista ad assumersi l'onere di dichiarare che l'intervento era conforme alla legge», afferma Angelo Devalenza, del consiglio nazionale dei periti industriali. L'ordine degli architetti di Roma, invece, ha avviato un'azione di concertazione con altri ordini provinciali, con gli ingegneri e con i geometri per «cercare in tutti i modi possibili di cambiare il testo del decreto legge in fase di conversione in legge».

Gabriele Ventura

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