
Insomma, le centinaia di convegni che si sono fatti dal 2005 ad oggi sulla «questione previdenziale dei commercialisti» se hanno avuto un risultato questo è stato quello di creare una distanza incolmabile fra le casse dottori e ragionieri. E l'incontro al Consiglio nazionale non potrà a questo punto che sancire la fine di ogni negoziato. In vista dell'incontro di inizio mese, dunque, si riaffaccia il fantasma dell'unificazione non voluta di una parte dei dottori. Che ora, attraverso la vicenda previdenziale, sta presentando il conto. In questo senso, più di qualche preoccupazione ce l'ha anche Giorgio Sganga, segretario del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e delegato per le questioni previdenziali.
«Come Consiglio nazionale», osserva, «vogliamo capire cosa sta succedendo. Siamo preoccupati per il clima di queste ultime settimane. Perchè se i problemi fra i due enti dei commercialisti riguardano i soldi, credo che non sia difficile trovare un accordo. Ma se c'è in mezzo una guerra di religione fra due fazioni allora l'intesa sarà difficile. Ascolteremo con attenzione le ragioni dei due presidenti. Non portare a compimento questo processo di unificazione», conclude Sganga, «sarebbe un peccato. A breve l'albo unico compirà i tre anni. Non possiamo tornare indietro».