
Consiglieri regionali. Tagli anche agli stipendi dei consiglieri regionali. Chi risulterà eletto dal voto del 28 marzo non potrà percepire uno stipendio superiore a quello dei parlamentari. Su questo il dl è chiaro. «L'importo degli emolumenti e delle utilità, comunque denominati, compresi l'indennità di funzione, l'indennità di carica, la diaria, il rimborso spese, a qualunque titolo percepiti dai consiglieri regionali» non dovrà eccedere complessivamente lo stipendio degli inquilini di Montecitorio e palazzo Madama.
Difensori civici e city manager. La figura del difensore civico comunale scompare, ma sopravvive a livello provinciale. E ancora, viene consentita la possibilità di articolare il territorio in circoscrizioni per i comuni sopra i 250 mila abitanti. Si salvano dai tagli anche i direttori generali ma solo negli enti sopra i 100 mila abitanti.
Patto di stabilità. Il maxi-emendamento su cui il governo ha ottenuto la fiducia alla camera ha previsto l'esclusione dal patto di stabilità delle spese degli enti locali collegate ai grandi eventi. Escluse anche le risorse che provengono dall'Ue. Si tratta di una norma molto attesa soprattutto dal comune di Milano che avrebbe corso il rischio di sballare i conti a causa delle spese sostenute per l'Expo 2015. Confermata anche l'esclusione dal patto di stabilità dei dividendi incassati dai comuni per operazioni straordinarie poste in essere da società quotate municipali. Ciascuna regione potrà compensare eventuali sforamenti del patto di stabilità da parte degli enti locali siti nel proprio territorio.
Ici rurale. Slitta da marzo a maggio la certificazione Ici per i fabbricati rurali e vengono stanziati più contributi per le aree abruzzesi colpite dal terremoto.
Roma. La gestione ordinaria del comune di Roma sarà separata da quella straordinaria per il rientro dei debiti. Il commissario straordinario non sarà quindi il sindaco. Viene anche sbloccato il nodo dell'utilizzo dei fondi degli immobili della Difesa a copertura delle risorse per Roma Capitale.
Le reazioni. Dalle autonomie giungono però reazioni contrastanti sul provvedimento. Mentre il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione plaude all'abolizione delle Ato, quello dell'Uncem, Enrico Borghi, si augura che ora le funzioni fino a questo momento gestite dalle Autorità di ambito territoriale siano attribuite alle comunità montane. Per il vicepresidente Anci e sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, il dl rappresenta «un'altra occasione persa per dare risposte concrete ai comuni italiani». E per questo l'Associazione promette una grande mobilitazione di piazza dopo le regionali.