
Vista l'incertezza sull'entità dei rimborsi, destinata a sciogliersi solo a ridosso della dead line sui bilanci, il governo sembra orientato a riconoscere ai comuni una deroga specifica, consentendo variazioni di bilancio entro il 15 dicembre. Un'ulteriore proroga che incrementa l'ingorgo di scadenze a dicembre complicando ulteriormente il lavoro degli uffici comunali e, a cascata, la vita dei contribuenti. In questo panorama in continua evoluzione, una buona notizia per gli enti arriva dalla camera, dove, rispondendo a una risoluzione dei deputati Pd Gian Mario Fragomeli e Marco Causi, il governo ha chiarito che i sindaci che hanno già approvato il bilancio non saranno costretti a riapprovarlo per recepire le ultime novità normative nei regolamenti sulle entrate tributarie. Basterà procedere a variazioni di bilancio. Il Mef ha anche confermato (si veda quanto anticipato da ItaliaOggi il 15 novembre) che «non ha intenzione di emanare una risoluzione» per distinguere, sulla base di un criterio strettamente cronologico, i comuni che possono continuare ad applicare la Tarsu o la Tia da quelli che invece sarebbero costretti a rimanere col regime Tares. E la ragione sta proprio, come invocato da Fragomenli e Causi, nella necessità di evitare disparità di trattamento tra gli enti. Tuttavia, in linea con quanto risposto nel question time alla camera lo scorso 13 novembre (si veda ItaliaOggi del 14/11), il dipartimento delle finanze ha ribadito la tesi secondo cui i comuni non potrebbero ripristinare tout court i vecchi prelievi sui rifiuti, ma solo applicare i criteri di calcolo del 2012 restando però all'interno del regime giuridico della Tares. Le Finanze non hanno condiviso la richiesta dei deputati Pd di consentire ai comuni la chance di tornare a tutti gli effetti alla Tarsu (o alla Tia) solo per quest'anno. Si tratterebbe infatti di «ripristinare un regime pregresso che dovrà essere comunque abbandonato in un breve lasso di tempo» (nel 2014 dovrebbe debuttare la Tari, ossia la componente rifiuti del Trise). Su questo punto il governo deciderà oggi se accogliere o meno la tesi del dipartimento guidato da Fabrizia Lapecorella. E sempre oggi il Mef dovrà sciogliere le riserve su un altro nodo delicato sollevato dalla commissione finanze di Montecitorio. Visti i tempi ristretti (5 giorni lavorativi) tra la dead line per la pubblicazione sul sito web delle delibere con aliquote e detrazioni Imu (9 dicembre) e la scadenza per il pagamento della seconda rata (16 dicembre), la VI commissione ha chiesto al governo di valutare l'opportunità di riconoscere un pagamento in due tranche per i contribuenti dei comuni che non hanno pubblicato sul proprio sito le delibere entro il 20 novembre. La soluzione proposta prevede di far pagare entro il 16 dicembre il 50% dell'Imu dovuta per il 2012, «salvo conguaglio da effettuare nel mese di giugno 2014, sulla base delle aliquote pubblicate entro il 9 dicembre».
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