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L'azienda è corretta Misure cautelari ko

del 24/03/2010
di: di Valerio Stroppa
L'azienda è corretta Misure cautelari ko
Niente misure cautelari nei confronti di società debitrice verso l'erario se questa presenta bilanci in salute e non mostra alcun elemento significativo di volontà di sottrarsi all'adempimento fiscale. In tale ipotesi, anche in presenza di fumus boni iuris, non sussiste il periculum in mora a sostegno dei timori dell'amministrazione finanziaria di perdere la garanzia del proprio credito. È questa la conclusione alla quale è giunta la 3ª sezione della Ctp di Genova con la sentenza n. 28/3/10. L'Ufficio aveva accertato nei confronti di una srl, con riferimento agli anni 2005, 2006 e 2007, una maggiore imposta di circa 500 mila euro e sanzioni per oltre 900 mila euro. La contestazione riguardava l'acquisto da parte della srl del 50% di una società per azioni, attuata mediante una complessa operazioni di prestito e con la deduzione fiscale dei relativi interessi (in violazione dell'art. 98 del Tuir, relativo alla «thin capitalization», successivamente abrogato dalla Finanziaria 2008). L'Agenzia delle entrate di Genova si era dunque rivolta alla Ctp del capoluogo ligure per richiedere il sequestro conservativo (disciplinato dall'articolo 22 del dlgs n. 472/1997) delle partecipazioni detenute dalla srl, iscritte in bilancio per quasi 7 milioni, per un ammontare pari al credito vantato dal fisco (circa 1,4 milioni di euro).

La Ctp genovese rileva tuttavia che il bilancio della srl debitrice relativo all'anno 2008 risulta molto solido e ben corredato in tutte le sue componenti, sia dal lato economico sia dal latro patrimoniale, facendo emergere indicatori contabili e finanziari particolarmente positivi. Inoltre, il valore attuale della società risultante dal business plan approvato dal cda per il decennio 2009-2019 risulta pari a 50 milioni di euro. Parimenti, anche l'analisi del portafoglio clienti della srl (composto per un terzo dalle Asl italiane, che presentano tempi di pagamento regolari) non configura rischi per la tutela del credito erariale. Pertanto, in assenza del periculum in mora, la commissione respinge l'istanza di sequestro conservativo delle partecipazioni proposta dalle Entrate, in quanto l'Agenzia «si è limitata a richiamare l'entità del credito vantato e i beni sui quali proporre le misure cautelari», mancando invece «la dimostrazione della fondatezza del timore di perdere il credito da parte dell'Ufficio».

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