
Sono state anzitutto evidenziate le reiterate e oggettivamente ingiustificabili violazioni dello Statuto del contribuente (legge n. 212/2000), che pone a carico dell'amministrazione finanziaria oneri ben precisi: normativa chiara e facilmente comprensibile, in prima istanza, e documenti di prassi tempestivi. E questo indipendentemente dal comunicato stampa che, molto opportunamente, rinvia al 31/01/2014 i termini di invio delle comunicazioni dei dati Iva (spesometro) dell'anno 2012 (si veda articolo a pag. 25).
Il quadro, nonostante tutto, rimane comunque complesso poiché, esaminando le criticità connesse alle varie scadenze che occuperanno i professionisti nell'ultima parte dell'anno, lo Statuto risulta ampiamente disatteso: disposizioni di legge complesse, provvedimenti attuativi «debordanti», assenza pressoché totale di prassi tale da dirimere i numerosi dubbi che rendono particolarmente complessa le comunicazioni. Oltretutto, in questo panorama non semplice, si innestano ulteriori scadenze che, evidentemente, non sono ritenute particolarmente significative ma che, invece, comportano dispendio di risorse non indifferenti: la prossima liquidazione Iva per i contribuenti mensili, la liquidazione periodica Iva, sempre per i trimestrali, le comunicazioni black list e Intra, i calcoli degli acconti (con l'aggravante, in molti casi, del ricalcolo per effetto di norme fiscali aventi effetto retroattivo), la comunicazione dei beni ai soci e dei finanziamenti. Anche tralasciando gli effetti negativi sulla vera attività di consulenza e di analisi, a favore delle imprese, che dovrebbe caratterizzare la professione, appare davvero eccessivamente ristretto il tempo per rispettare e correttamente assolvere i sempre crescenti obblighi imposti dall'amministrazione finanziaria.
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