
Spazio di manovra
Nella vecchia concussione, precisano gli “ermellini”, si è in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita in modo radicale la libertà di autodeterminazione del destinatario delle richieste provenienti da chi ha l'incarico nell'amministrazione. Con l'aggiustamento di mira indicato ora dalla Cassazione potrà rientrare nel reato di indebita induzione di cui all'articolo 319 quater Cp la maggior parte dei comportamenti dei pubblici funzionari a vario titolo, che abusano del loro ruolo o della loro funzione piegandoli a fini illeciti. Si restringe, invece, l'area per configurare il reato di concussione costrizione, oggi applicabile unicamente alle pressioni che mettono qualcuno con le spalle al muro e lo costringono a pagare le tangenti o a riconoscere qualche altra utilità a chi ha l'incarico pubblico.
Prescrizioni più vicine
I chiarimenti della Suprema corte sono interessanti per centinaia di imputati per le mazzette di cui al vecchio articolo 317 Cp che potrebbero ad esempio ottenere la prescrizione grazie alla novella e al principio dell'applicazione della legge più favorevole per l'imputato. La decisione della Cassazione sulla normativa penale della legge Severino, fra l'altro, può servire alla difesa dell'ex presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi per cercare di ottenere una condanna più mite nell'appello del processo Ruby. Da notare anche la bocciatura della riforma nella discussione dell'altroieri ad opera del sostituto procuratore generale della Cassazione, Vito D'Ambrosio: «Ha posto più problemi di quanti ne abbia risolti». Ora non resta che attendere le motivazioni della sentenza.
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