
Non crediamo che il legislatore, così come le parti sociali, vogliano «uccidere» questo mondo o costringendolo a essere inglobato nel mondo dei lavoratori subordinati o parasubordinati. Sappiamo molto bene che questo non potrà mai avvenire.
L'amministratore di condominio, per citarne uno, farà tanti contratti di collaborazione con i vari condomini? Oppure avrà tanti contratti di lavoro subordinato per quanti sono i condomini seguiti? Di esempi di professioni che di fatto non potranno mai migrare nel mondo del lavoro subordinato o parasubordinato possiamo infiniti e tutti significativi. Allora cosa chiede l'Associazione nazionale dei consulenti tributari certa di interpretare la volontà di tutti i tributaristi e non solo dei propri associati? Chiediamo che:
- il nostro mondo sia ascoltato e siano ascoltate le nostre rappresentanze, oggi più di ieri;
- si prenda atto delle disuguaglianze previdenziali ed assistenziali oggi esistenti paragonando i contribuenti soggetti alla gestione separata con le altre gestioni;
- di bloccare ogni tipo di aumento contributivo per i titolari di partita Iva soggetti alla gestione separata;
- di verificare l'impatto e le conseguenze che potrà avere, per questi lavoratori, una contribuzione che arriverà fino al 33% (+0,72% per altre prestazioni aggiuntive).
In un recente passato, qualche ministro giustificava l'aumento contributivo sostenendo che molte delle partite Iva della gestione separata erano «false» e servivano a nascondere rapporti di lavoro subordinato o parasubordinato. Probabilmente esisterà anche questa casistica certamente molto marginale, così come per altre categorie, ma non possiamo credere che per «intercettare» pochi soggetti si possa correre il rischio di effettuare una decimazione su tutto il mondo dei quei professionisti che hanno scelto di operare senza alcun vincolo di subordinazione, praticando un'attività autonoma fuori dai vecchi schemi della professione.