
Fra due fuochi i professionisti. Dato che gli avvisi bonari recano unicamente sanzioni per ritardato versamento, capita spesso che il contribuente finisca per imputare direttamente al suo consulente la responsabilità dell'errore. Il professionista dal canto suo si ritiene esente da colpa perché è lo stesso software dichiarativo che gli permette di rateizzare l'imposta sostitutiva dovuta, con le stesse modalità con le quali si è rateizzato il saldo o il primo acconto delle imposte dovute sulla base del modello Unico.
Il sistema telematico di controllo e liquidazione dei modelli Unici, inoltre, è impietoso infatti, se trova una discordanza fra la cifra complessiva e l'effettivo versamento, il sistema fa partire in automatico la segnalazione di irregolarità. Segnalazione che calcola la sanzione in misura pari a un decimo di quanto versato per ogni singola rata e che, se non regolarizzata nei trenta giorni successivi, si trasforma in un'iscrizione a ruolo dell'intera sanzione in misura del 30%.
La fonte della questione. Tutto nasce da un errore interpretativo, giacché l'imposta sostitutiva in questione può essere versata in unica soluzione oppure in tre rate annuali. Infatti, il versamento delle imposte sostitutive doveva essere eseguito in unica soluzione entro il termine di versamento del saldo delle imposte sui redditi dell'esercizio, ovvero, a libera scelta del contribuente, in tre rate: la prima, con la stessa scadenza di quella del versamento in unica soluzione, la seconda e la terza rispettivamente entro il termine del versamento a saldo delle imposte sui redditi dei due esercizi successivi. Gli importi da versare, sia per l'imposta sia per gli eventuali interessi, potevano essere oggetto di compensazione, ai sensi delle disposizioni contenute nel dlgs 241/1997. Secondo l'Agenzia delle entrate (circolare 11/E/2009), la rivalutazione si perfeziona con l'indicazione dei maggiori valori nella dichiarazione dei redditi; di conseguenza, l'eventuale omesso, insufficiente o ritardato versamento dell'imposta sostitutiva non fa saltare la rivalutazione, ma permette la sola iscrizione a ruolo degli importi, fatta salva la possibilità di beneficiare del ravvedimento nei termini di legge. Semplicemente, consultando il motore di ricerca guidata sull'utilizzo dei codici tributo all'interno del sito delle Entrate, digitando il codice tributo 1824, si ottiene la schermata riprodotta in tabella: «l'importo a debito», si legge nelle istruzioni, «può essere versato in forma rateale». In questo caso, quindi, si spiegano gli avvisi bonari in arrivo mentre si spiegano invece le motivazioni per cui i software hanno consentito la rateazione dell'imposta sostitutiva anche già rateizzata, allo stesso modo delle altre imposte dovute sulla base di Unico.
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