
«In primis una politica monetaria espansiva», suggerisce Falcone. «Rendendo infatti disponibile il circolante monetario si generano maggiori consumi, quindi più produzione e di conseguenza più occupazione. Sarebbe opportuna anche l'introduzione dell'imposta patrimoniale sui patrimoni di una certa rilevanza, da 2 milioni di euro in su, per esempio. Ed ancora si potrebbe intervenire sui costi della burocrazia e sulla riduzione della spesa pubblica improduttiva dello Stato, riducendo o eliminando ad esempio, dove possibile, le indennità pubbliche».
Per altro, fin da tempi non sospetti, l'associazione aveva proposto il Fattore Famiglia, lo strumento grazie al quale, detassando le famiglie più numerose è possibile incrementare i consumi nei settori più importanti (abitazione, elettrodomestici, automobili, ecc.) e quindi riaccendere l'economia. Argomento quest'ultimo al centro dell'attenzione anche della recente settimana sociale promossa dalla Cei, titolata proprio La famiglia, speranza e futuro per la società italiana.
«È chiaro che in una situazione in cui la crisi economica morde ancora, ogni ulteriore forma di aumento dell'imposizione fiscale provoca l'ulteriore contrazione delle entrate, senza considerare la possibile espansione della piaga dell'espansione fiscale. Le conseguenze pertanto sono drammatiche per tutti: cittadini, imprese e per lo stesso Stato».
Con fiducia Falcone continua: «Al fine di scongiurare tali rischi, seguiteremo a mettere a disposizione tutta la nostra professionalità ed esperienza».