
Il segretario generale del sindacato, Francesco Cavallaro, ha sostanzialmente fatto proprie le istanze emerse durante il dibattito, a cominciare dal volersi rapportare personalmente e come responsabile della sigla sindacale, senza tentennamenti, con questa complessa tematica, assolutamente di non facile soluzione: ma che proprio per questo andrebbe affrontata con decisione e con un esplicito rinnovamento delle misure di legge e di tutela dei cittadini.
«La Cisal», ha insistito Cavallaro, «vuole incidere effettivamente sul fenomeno, avviando un'azione di pressione sul governo, e al contempo, con inedite e specifiche azioni informative e formative in favore degli iscritti al sindacato e, attraverso i propri sportelli e patronati diffusi su territorio, a beneficio della cittadinanza».
Moderato dal giornalista Roberto Messina, dell'ufficio stampa Cisal, ideatore e coordinatore del progetto dei «Focus» e direttore della rivista di economia e cultura «Orizzonti Cisal» di prossima pubblicazione (i cui «inserti» saranno dedicati ogni volta, appunto, ai temi dei focus), l'incontro ha esaminato la problematica mobbing in tutti i suoi aspetti: psicologici, economici, antropologici, sociali, giuridici. Ha poi contestualmente fatto luce sulle tante tipologie e declinazioni del mobbing (che vanno dal bullismo, al bossing, al downup) e sul forte impatto che il fenomeno ha nel settore privato e in quello pubblico, con un costo complessivo che è stato quantificato dagli studiosi nella consistente cifra di circa 20 miliardi di euro l'anno, a livello europeo.
La riflessione si è poi spostata su temi «paralleli» e complementari che riguardano il fenomeno e ne fanno da corollario: come i cosiddetti «codici etici», «bilanci etici», responsabilità d'impresa, capitalismo etico e sociale, benessere nel lavoro, qualità del lavoro, contrattualizzazione di queste istanze tra aziende e lavoratori. Particolarmente applaudito l'intervento dell'avvocato Nino Marazzita, che nel denunciare il sostanziale ritardo del nostro paese su questo tema (per i nostri tribunali di fatto il mobbing non è ancora un vero e proprio reato, mentre per esempio in Francia viene punito con 1 anno di reclusione e 15 mila euro di ammenda), ha invitato con ironia a «mobbizzare» la classe politica, a «stolkerare i governanti»: cioè a non perdere la battuta, a non mollare la presa affinché i governanti mettano seriamente e decisamente in primo piano la questione, e finalmente dotino l'Italia di un'efficace legislazione a riguardo.