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Iva omessa, sequestro pure col patteggiamento

del 21/09/2013
di: La Redazione
Iva omessa, sequestro pure col patteggiamento
Il sequestro sull'intero importo dell'imposta evasa e, quindi, sul profitto del reato può essere disposto in caso di omesso versamento dell'Iva anche in caso di patteggiamento e in assenza di contraddittorio con il contribuente.

Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 37580/2013, ha accolto il ricorso della procura di Ancona.

Ciò perché, ha spiegato il collegio di legittimità, le parti nel patteggiamento non possono vincolare il giudice a un accordo avente a oggetto le pene accessorie, le misure di sicurezza e la confisca in quanto queste misure sono fuori dalla loro disponibilità.

Ma non basta: la terza sezione penale chiarisce inoltre che nel caso di omesso versamento delle somme dovute a titolo di Iva il profitto del reato, suscettibile di confisca per equivalente, coincide perfettamente con l'ammontare dell'Iva non versata, «sicché non sussiste la necessità di alcun accertamento, nel contraddittorio delle parti, in ordine alla quantificazione del profitto conseguito dall'imputato».

Fra l'altro l'art. 322-ter del codice penale stabilisce che il giudice, con la sentenza di condanna, determina le somme di danaro o individua i beni assoggettati a confisca in quanto costituenti il profitto o il prezzo del reato ovvero in quanto di valore corrispondente al profitto o al prezzo del reato. Si tratta di norma ovviamente applicabile anche alla sentenza di patteggiamento. Infine, scrivono ancora i giudici, in caso di confisca obbligatoria, a nulla rileva il fatto che la misura non sia stata preceduta dal sequestro preventivo dei beni che ne verranno a formare oggetto, dovendo l'accertamento sul punto essere effettuato nel giudizio di merito.

La vicenda riguarda un imprenditore di Ancona accusato di omesso versamento Iva.

L'uomo aveva chiesto l'applicazione della pena su richiesta delle parti. Le autorità non avevano convalidato il sequestro sull'intero profitto del reato. Contro la decisione della Corte d'appello la procura ha presentato ricorso alla Suprema corte con successo.

Ora gli atti torneranno al tribunale di Macerata che dovrà scrivere la parola fine alla vicenda, disponendo la misura sull'intera evasione Iva.

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