
Quanto, poi, alle cosiddette «pensioni d'oro» (quelle, cioè, superiori ai 20 mila euro al mese) il numero uno di via Veneto afferma che sebbene a percepirle siano «poche persone» correggere questa distorsione è un elemento di giustizia sociale, su cui si stanno studiando delle soluzioni. Nella stessa ottica s'inquadra la proposta governativa sul reddito di inclusione, che sarà illustrata oggi a palazzo Madama, poiché «con il decreto Salva-Italia (legge 214/2011) abbiamo cancellato le pensioni di anzianità che, per anni, le imprese hanno usato per scaricare sullo stato i loro problemi». E, così, evidenzia, «si è creato un buco non solo di esodati, ma anche di poveri, per i quali abbiamo solo stiracchiato gli ammortizzatori sociali a nostra disposizione».
Quanto al dialogo fra parti sociali sulle deroghe ai contratti a tempo determinato e di apprendistato per renderli «flessibili» in occasione dell'Expo 2015 (si veda ItaliaOggi del 6/09/2013), che vede sindacati e imprese su fronti contrapposti, Giovannini spera in un accordo, in vista del faccia a faccia al ministero venerdì 20 settembre.