
Graduatorie. È vietata la pubblicazione delle residenze dei bambini che usano lo scuolabus. Alcuni comuni hanno pubblicato online le graduatorie di chi usufruisce del servizio di scuolabus includendo non solo i dati identificativi dei bambini, ma anche l'indirizzo di residenza e il luogo preciso dove lo scuolabus li avrebbe fatti salire e scendere. «La diffusione indiscriminata di questi dati», sottolinea il Garante, «oltre a comportare una violazione della normativa, può rendere i minori facile preda di malintenzionati». A questo proposito bisogna ricordare che la pubblicazione deve essere legittimata da una norma di legge o di regolamento e in ogni caso deve avvenire solo limitatamente ai dati essenziali. Un caso in cui la pubblicazione è doverosa è quello della diffusione sui siti internet degli istituti delle graduatorie di docenti e personale amministrativo tecnico e ausiliario (Ata) per consentire a di conoscere la propria posizione e punteggio. Nessun problema alla pubblicazione, ma non devono però contenere i numeri di telefono e gli indirizzi privati dei candidati. Una prassi che rischia di esporre i lavoratori a forme di stalking o a furti di identità.
Morosi. È vietato pubblicare sul sito della scuola il nome e cognome degli studenti i cui genitori sono in ritardo nel pagamento della retta o del servizio mensa. Medesimo divieto si applica a favore degli studenti che usufruiscono gratuitamente del servizio in quanto appartenenti a famiglie con reddito minimo o a fasce deboli. Gli avvisi messi on line devono avere carattere generale, mentre alle singole persone ci si può rivolgere con comunicazioni di carattere individuale.
Moduli di iscrizione. Gli istituti scolastici e gli asili nido e i comuni, devono predisporre i moduli di iscrizione di bambini e studenti evitando chiedere alle famiglie informazioni personali eccedenti e non rilevanti. Soprattutto quando si tratta di dati sensibili, come quelli sulle condizioni di salute e sull'appartenenza etnica o religiosa. Per la semplice iscrizione a scuola non servono questi dati. E anche per l'accesso a servizi (come la mensa) non sempre appare indispensabile raccogliere il dato sensibile (potendosi ad esempio limitarsi a raccogliere le notizie sulla dieta da seguire).
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