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Tasse e multe con il bonifico

del 07/09/2013
di: di Valerio Stroppa
Tasse e multe con il bonifico
Pagamenti elettronici verso la p.a. e i gestori di servizi pubblici. Tutte le tasse, multe, bollette e ticket sanitari si potranno saldare con un bonifico via web, utilizzando computer, tablet o smartphone, come pure con carta di credito agli sportelli bancomat o ai Pos appositamente predisposti. Nessuna commissione aggiuntiva per il debitore. La ricevuta del versamento sarà scaricabile dal sito dell'ente creditore oppure arriverà direttamente sulla propria Pec. Uno scenario forse ancora difficile da immaginare per molti cittadini e imprese abituati a mettersi in coda agli sportelli e a conservare le ricevute nei faldoni, ma ora un po' più vicino. L'Agenzia per l'Italia digitale ha infatti diffuso le linee guida sui pagamenti elettronici della p.a., sulle quali nei giorni scorsi la Banca d'Italia ha dato il proprio parere favorevole. Il documento si muove sulla strada tracciata dall'articolo 15 del dl n. 179/2012, che ha introdotto l'obbligo per le p.a. di accettare i pagamenti a qualsiasi titolo dovuti anche con l'uso delle nuove tecnologie. La guida diffusa dall'Agenzia (ex DigitPA) è ancora in fase di consultazione pubblica: fino al prossimo 30 settembre gli operatori potranno inviare le proprie osservazioni all'indirizzo lineeguidapagamenti@agid.gov.it.

L'identikit del pagamento. In tale contesto è stato definito il ciclo di vita tipico di un pagamento che intercorre tra un utilizzatore finale (cittadino, professionista, impresa) e un soggetto pubblico di qualsiasi genere. Il processo standard si articola in sei fasi: nascita della debenza, generazione delle informazioni necessarie per dar corso al pagamento, pagamento, riversamento degli importi, riconciliazione del pagamento, emissione della quietanza al privato. Tutti e sei i passaggi saranno fondati sull'identificativo unico di versamento (Iuv), che consentirà sia al debitore di assolvere l'obbligazione sia all'intermediario finanziaria di pagamento di inoltrare all'ente il dovuto.

Cosa servirà sapere. Le amministrazioni dovranno mettere a disposizione dell'utente finale alcune informazioni minime: denominazione dell'ente creditore, identificativo dell'obbligato (codice fiscale o partita Iva), importo dovuto, codice Iuv e causale del versamento, conto sul quale versare le somme (Iban o c/c postale, che dovrà essere pubblicato anche sul sito), scadenza. Per i micro-pagamenti i dati potranno essere semplificati, ma toccherà all'Agenzia per l'Italia digitale stabilire la soglia di riferimento.

Una piattaforma condivisa. Quest'ultima metterà a disposizione degli operatori anche il Nodo dei pagamenti-Spc, ossia un sistema informatico di ultima generazione che consentirà il dialogo telematico tra i diversi soggetti della «filiera» dell'e-payment. Le p.a. e i gestori di pubblici servizi (questi ultimi su base volontaria) dovranno sottoscrivere con l'Agenzia apposite lettere di adesione all'infrastruttura. Dopodiché, dal punto di vista operativo, non serviranno ulteriori convenzioni o atti negoziali tra enti creditori e prestatori di servizi di pagamento. Sia il riversamento alla banca tesoriera dell'ente sia il rilascio della quietanza al debitore saranno garantiti dall'unicità del codice Iuv. L'utente riceverà una ricevuta virtuale, che dovrà essere conservata ed esibita su supporto cartaceo solo in caso di eventuali controlli.

Tempistica. Per quanto riguarda la decorrenza delle misure, il decreto «crescita-bis» prevedeva l'entrata in funzione del meccanismo già dal 1° giugno 2013. Tuttavia, visti i tempi tecnici per l'approvazione definitiva delle linee guida e i successivi step attuativi, è verosimile che si parta su scala diffusa nel 2014. L'Agenzia puntualizza infatti che l'adesione al nodo dei pagamenti «costituisce di per sé il rispetto dell'articolo 5 del Codice dell'amministrazione digitale (dlgs n. 82/2005, ndr)», ma solo a condizione che l'ente «definisca un piano di attivazione che individui in dettaglio le attività da compiere e i tempi di realizzazione, da terminare entro il 31 dicembre 2015». Possibile anche l'implementazione graduale delle procedure, cioè limitando inizialmente solo ad alcuni servizi la possibilità di pagare con strumenti elettronici.

Accordi «pionieri» in salvo. L'Agenzia precisa che laddove tra una p.a. e uno o più prestatori di servizi di pagamento risulti già in essere una convenzione o un contratto per l'incasso dei corrispettivi tramite circuiti elettronici, questi resteranno operativi. Le regole fissate dalla linee guida si applicheranno infatti solo a decorrere dalla naturale scadenza dell'accordo.

Regole ad hoc per l'erario. Un'ultima indicazione riguarda l'amministrazione finanziaria. Tenuto conto «delle peculiarità della riscossione dei versamenti gestiti dall'Agenzia delle entrate», puntualizza il documento, «rispetto all'ambito di applicazione dell'articolo 5 del Cad la stessa definirà, sentita l'Agenzia per l'Italia digitale, tempi e modalità per implementare le proprie procedure telematiche di incasso». Pur nel rispetto dei criteri generali vigenti per tutte le p.a., infatti, non potrà essere pregiudicata «la primaria esigenza di assicurare un efficace ed efficiente processo di gestione delle entrate».

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