
Tares. «Per alcune tipologie di imprese», ha sottolineato il presidente di Confartigianato Giorgio Marletti, «l'applicazione della nuova Tares sarà un salasso, soprattutto se l'attività è svolta in piccoli comuni. Per le attività di pizza a taglio e simili, il rincaro sarà nell'ordine del 301,1%, mentre per i laboratori di pasticceria del 181,7%, senza considerare i piccoli produttori di pane e pasta che sarebbero costretti a sborsare il 93,6% in più».
In base ai dati resi noti, il nuovo tributo su rifiuti e servizi, provocherà un aumento medio di 26 euro per abitante, pari al 17,6% in più rispetto a quanto avviene con l'applicazione degli attuali tributi sui rifiuti. Un trend che trova conferma di anno in anno.
I rincari derivanti dalla Tares vanno, infatti, a sommarsi agli aumenti registrati in questi anni dalle tariffe dei rifiuti che, tra marzo 2012 e marzo 2013, sono cresciute del 4,9%, tra marzo 2008 e marzo 2013 gli aumenti sono stati del 22,1% e, negli ultimi dieci anni, hanno raggiunto il 56,6% in più.
Imu. Simile, poi, la situazione Imu. «L'Imposta ha generato un maggiore prelievo fiscale di 14,5 miliardi sui contribuenti», ha spiegato Marletti, «gli imprenditori, poi, sono stati i più penalizzati perché il 50,6% dei comuni italiani ha aumentato l'aliquota base da applicare agli immobili produttivi, il 47,9% ha mantenuto l'aliquota base del 7,6 per mille e soltanto l'1,6% dei comuni l'ha ridotta: con il risultato che l'aliquota media nazionale applicata agli immobili produttivi è pari al 9,4 per mille, a fronte del valore base del 7,6 per mille». A conferma dei dati di Confartigianato, anche la Cgia di Mestre secondo cui, dopo le imprese, i più provati dalla batosta fiscale sono stati gli albergatori che, in media, sono stati costretti a pagare 11.500 euro di Imu.
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