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Via libera al porto off shore di Venezia

del 03/08/2013
di: Nicola Brillo
Via libera al porto off shore di Venezia
Via libera al porto d'altura veneziano situato davanti la bocca di Malamocco, destinato a cambiare la logistica nell'Alto Adriatico. Ieri la commissione Valutazione impatto ambientale nazionale ha approvato il progetto del terminal. Si tratta di una maxi opera, costo complessivo 2,5 miliardi di euro (100 milioni arriveranno dallo stato), da raccogliere attraverso il project financing. All'inizio dei lavori manca ora solo un passaggio formale, l'ok del Cipe. Dopo questo, Porto di Venezia e Magistrato delle acque, soggetti proponenti l'off shore, potranno elaborare i progetti definitivi. Il progetto prevede una diga a forma di C, della lunghezza di circa 4 chilometri, su un fondale di 20 metri di profondità. Il terminal permetterà il simultaneo ormeggio di tre navi tanker porta prodotti petroliferi: questi ultimi saranno veicolati, mediante pipeline, sino all'Isola dei Serbatoi a Porto Marghera. La pipeline correrà per circa 27 chilometri (16 in mare e 11 in laguna) con tubi d'acciaio posti sul fondale (marino e lagunare). Il terminal avrà anche una banchina per i container, lunga 1.000 metri e larga 200, il cui molo sarà in grado di ospitare contemporaneamente due navi oceaniche. Per la sua realizzazione sono previsti sette anni di lavori, che vedranno impegnati, secondo le stime dei proponenti, ben 1.400 lavoratori. In laguna si festeggia. «Il parere favorevole apre la strada alla realizzazione di un'opera capace di garantire il futuro sostenibile di Venezia e di rilanciare l'economia dell'intera area dell'Alto Adriatico nel suo rapporto con il Baltico e con l'intera realtà economica toccata da questo corridoio», ha commentato il presidente del Veneto Luca Zaia, che paragona l'opera al «Canale di Suez del Terzo millennio». «Finalmente l'obiettivo ambientale fissato con la Legge speciale per Venezia del 1974 di estromettere i traffici petroliferi dalla Laguna oggi, dopo oltre 40 anni di tentativi frustrati, potrà essere raggiunto», ha ribattuto il presidente dell'Autorità portuale di Venezia, Paolo Costa. A opporsi all'opera sono gli ambientalisti, il Friuli Venezia Giulia e il Porto di Ravenna, quest'ultimi temono infatti la concorrenza della nuova struttura veneziana. La commissione nazionale per il Via ha previsto però alcune prescrizioni, tra le quali c'è l'analisi degli impatti dell'opera sulle attività di pesca e di acquacoltura, con le relative mitigazioni e compensazioni e previsioni economiche. Su questo fronte la regione Veneto ha nei giorni scorsi sottoscritto un protocollo d'intesa con le associazioni di categoria della pesca e dell'acquacoltura.

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