
Il testo riserva ai testimoni il diritto di accedere a un programma di assunzione nella p.a. «con qualifica e funzioni corrispondenti al titolo di studio e alle professionalità possedute, fatte salve quelle che richiedono il possesso di specifici requisiti». Le assunzioni avverranno per chiamata diretta e prioritariamente nelle Prefetture-Uffici Territoriali di governo che disporranno di posti espressamente riservati. L'immissione in ruolo dei testimoni dovrà comunque sottostare ai paletti vigenti in materia di assunzioni e scatterà solo se le graduatorie presentano posti vacanti. Le modalità attuative del piano di assunzione dei testimoni di giustizia saranno definite con decreto del Viminale di concerto con la Funzione pubblica, sentita la Commissione centrale per l'applicazione delle misure di protezione.
Mobilità volontaria per potenziare i tribunali. Oltre al piano di assunzione dei testimoni (norma altamente simbolica, ma di portata piuttosto ristretta vista la non vastissima platea di soggetti ammessi ai programmi di protezione) e alle stabilizzazioni dei precari (si veda pezzo in apertura di pagina), colpisce la decisione del governo di rafforzare gli organici del personale amministrativo dei tribunali, destinando ai ruoli del ministero della giustizia i dipendenti risultati in soprannumero dopo i tagli della spending review. Potranno essere immessi nei ruoli del dicastero di via Arenula dirigenti e non che ne facciano domanda entro il 31 dicembre 2014. La procedura di mobilità prevede che il passaggio avvenga mediante cessione del contratto di lavoro e previa selezione secondo criteri che saranno fissati dal ministero della giustizia.
Riequilibrio finanziario, la vecchia amministrazione non vincola la nuova. Nel provvedimento trova posto anche una modifica, l'ennesima, al Testo unico degli enti locali (dlgs n.267/2000). Si stabilisce che la delibera con cui il consiglio comunale ha approvato il piano di riequilibrio finanziario finalizzato ad evitare il dissesto non vincoli l'amministrazione subentrante se, all'inizio del nuovo mandato, non è stata ancora approvata o respinta dalla Corte dei conti. Se i giudici contabili non si sono ancora pronunciati, l'amministrazione in carica potrà dunque rimodulare il piano di riequilibrio, presentando una nuova delibera nei successivi 60 giorni.