Insomma, l'assoggettamento all'imposta richiede un esame analitico delle spese affrontate soprattutto se l'esercizio della professione, come avviene nel caso dei medici, richiede forti investimenti in macchinari.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 18108 del 25 luglio 2013, ha accolto il ricorso di un dottore al quale l'amministrazione aveva negato il rimborso dell'Irap sulla base del fatto che i suoi beni strumentali superavano i 15 mila euro.
Ribaltando la decisione della Ctr del Lazio, i Supremi giudici hanno chiarito espressamente che la circolare emessa dall'Agenzia delle entrate nel 2008, non ha nessuna rilevanza ai fini Irap.
Infatti secondo il Collegio di legittimità che ha aderito in pieno al contenuto della relazione, l'assoggettamento all'imposta sulla attività produttive «richiede un analitico esame delle spese affrontate dal contribuente con specifica considerazione delle esigenze di chi esercita l'attività medica, per cui sono indispensabili strumenti di una certa consistenza e caratteristiche».
La vicenda riguarda un medico romano. Il professionista aveva versato regolarmente l'imposta poi, data la mancanza di dipendenti e collaboratori, aveva chiesto il rimborso.
L'amministrazione finanziaria non aveva risposto e lui aveva impugnato il silenzio rifiuto di fronte alla Ctp di Roma. I giudici avevano però confermato la validità della decisione del fisco. Così lui ha impugnato la prima sentenza di fronte alla Ctr del Lazio, ma, ancora una volta, senza successo.
Così il professionista ha depositato gli atti al Palazzaccio contestando la motivazione della Ctr secondo cui era legittimo il riferimento alla circolare dell'Agenzia delle entrate, n. 45 del 2008, che ritiene sufficienti per l'applicazione dell'Irap beni strumentali di valore superiore ai 15 mila euro.
Qui il verdetto è stato favorevole.