
Tutto questo lo avevamo detto e scritto consapevoli della possibilità dell'alea che il governo non tenesse conto delle ragioni di fondo e della funzione di servizio per le quali era nato e che il parlamento smarrisse la bussola del bene superiore del paese.
Purtroppo, in questi giorni, incredibili casi internazionali come il pasticcio kazako, la questione dell'acquisto degli F35, le complesse vicende giudiziarie e le fibrillazioni interne ai partiti hanno messo a dura prova la stabilità politica del paese e la credibilità internazionale del governo Letta. Questo, proprio nel momento in cui sembrava avviarsi verso un'azione fattiva in linea con la propria agenda, è stato scosso così bruscamente da aver bisogno di un nuovo atto di fiducia parlamentare e di un autorevole intervento a proprio sostegno da parte del presidente della Repubblica.
Il governo trovi nuova forza propulsiva e abbia coraggio. Per la Confsal il governo dovrebbe trovare non solo maggiore coesione e nuova forza propulsiva, ma anche coraggio e capacità di realizzare le riforme indicate nel programma dando, così, al paese quella stabilità politica e di governance di cui ha bisogno - a maggior ragione oggi che Fmi, Ocse, Banca d'Italia e Istat hanno presentato eloquenti rapporti sulla situazione socio-economica internazionale e italiana e sulle prospettive del lavoro e dell'economia globale. Vediamo di seguito alcuni dati da tenere in considerazione.
Il Fmi prevede per il 2014 una debole ripresa della crescita economica valutata intorno allo 0,7%.
Nel rapporto Ocse 2013 sull'occupazione sono riportati preoccupanti indicatori per l'Italia che si possono sintetizzare nei seguenti dati e previsioni:
La Banca d'Italia ha rivisto al ribasso la previsione del Pil 2013 sul valore di meno 1,9%, mentre l'Istat ha rilevato 9,5 milioni di poveri “relativi” in Italia, pari al 15,8% della popolazione (di questi, 4,8 milioni, circa l'8%, non vive dignitosamente). Questa situazione costituisce un record a partire dal 2005.
Se a tutto questo aggiungiamo un'imposizione fiscale iniqua, una pressione fiscale certificata che in 12 anni, dal 2000 al 2012, ha raggiunto livelli insostenibili, e una larga e diffusa evasione, elusione ed erosione fiscale, il quadro socio-economico del paese si delinea in tutta la sua gravità e la sua drammaticità.
Affrontare subito la questione fiscale. A questo punto risulta evidente che, solo se il governo orienterà la sua azione partendo da una “lettura” corretta e consapevole degli indicatori appena citati, potrà superare la prova dei fatti e riportare il paese sulla strada virtuosa dell'equità, della coesione e dello sviluppo. Come prima cosa il governo dovrebbe, a nostro parere, affrontare la questione fiscale portando a soluzione:
Nel contempo, il parlamento dovrebbe accelerare l'iter di approvazione della delega fiscale (disegno di legge–atto camera 1122), consentendo così al governo di emanare i decreti attuativi nei termini previsti. In merito al testo della legge delega, la Confsal sostiene con forza l'introduzione del principio del contrasto di interessi, ovvero la possibilità, seppure in maniera selettiva e non generalizzata, di scaricare fatture e scontrini dall'imponibile.
Il governo, inoltre, dovrebbe occuparsi in tempi relativamente brevi:
Si lascino da parte riequilibri e tagliandi autunnali
Il governo, soprattutto, dovrebbe predisporre entro 70 giorni la legge di stabilità per il 2014 procedendo con equità e in funzione dello sviluppo, nei limiti della flessibilità consentita dai patti europei.
Questi e altri sono i fatti che la Confsal chiede al governo con l'auspicio che esso non si attardi nella ricerca di “nuove” configurazioni di compagine, di ipotetici “tagliandi” o di “riequilibri” autunnali. Non sono le poltrone, la propaganda dei partiti e tantomeno le insolazioni da solleone che interessano gli italiani, ma i fatti concreti per dare finalmente una prospettiva di lavoro ai giovani e di sviluppo al paese.