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I figli diventano tutti uguali

del 13/07/2013
di: di Roxy Tomasicchio
I figli diventano tutti uguali
I figli sono figli, punto e basta. Niente più aggettivi come «naturali, legittimi, adottivi» e niente più distinzioni tra figli nati nel matrimonio o fuori. A stabilirlo il decreto legislativo in materia di filiazione, approvato ieri dal consiglio dei ministri, che elimina qualsiasi forma di discriminazione e modifica norme del codice penale, di quelli di procedura penale e civile e della legge consolare.

Stop alle discriminazioni. È introdotto il principio per cui la «filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti, allo stesso modo in cui li produce la filiazione nel matrimonio». Si elimina quindi in tutta la legislazione vigente ogni riferimento ai figli «legittimi» e a quelli «naturali». Nei casi di adozione piena, ossia che riguardi persona minorenne, si acquisisce lo stato di figlio «nato nel matrimonio», mentre è esclusa l'equiparazione per gli adottati maggiorenni, per i quali non sorgono vincoli di parentela con i parenti degli adottanti.

Nonni e genitori. Viene superata la nozione di «potestà genitoriale» e introdotta quella di «responsabilità genitoriale», privilegiando «il superiore interesse dei figli minori». Si prevede poi la «legittimazione degli ascendenti», ossia i nonni a far valere il «diritto di mantenere rapporti significativi con i minori».

Altre novità. Il testo, predisposto nell'ambito della Commissione istituita presso la presidenza del consiglio dei ministri, presieduta da Cesare Massimo Bianca, nel recepire la giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte di cassazione, limita a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l'azione di disconoscimento della paternità; introduce e disciplina l'ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all'interno dei procedimenti che li riguardano; porta a dieci anni il termine di prescrizione per l'accettazione dell'eredità per i figli nati fuori dal matrimonio; modifica la materia della successione prevedendo la soppressione del «diritto di commutazione» in capo ai figli legittimi fino a oggi previsto per l'eredità dei figli naturali.

Le reazioni. «Un grande segno di civiltà», ha commentato il presidente del consiglio Enrico Letta. Sulla stessa lunghezza d'onda il parere del Consiglio nazionale del Notariato che ha definito il decreto legislativo «una scelta di civiltà e progresso per il paese» e che ha sottolineato che «il provvedimento prevede con efficacia retroattiva l'applicabilità delle nuove regole alle situazioni aperte che in base alle vecchie norme non avrebbero avuto uguali diritti». In particolare per i diritti ereditari. Alla serie di reazioni positive espresse trasversalmente da esponenti politici di Pd, Pdl e Scelta civica si sono aggiunte quelle di Giuseppe Luigi Palma, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi («i bambini hanno diritto al pieno riconoscimento, senza alcuna differenza») e dell'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, esperta in diritto di famiglia (il decreto «è un ulteriore passo per l'attuazione della legge in vigore dal 1° gennaio scorso, relativa alla parificazione dei figli»). Il presidente dell'Unicef Italia, Giacomo Guerrera, auspica che la legislatura affronti il tema di una riforma organica della giustizia minorile, mentre il sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui diritti dei minori, ritiene sia necessario, ora «riconoscere la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia».

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