
A conferma della proposta, durante l'audizione, a cui ha preso parte anche Assilea, i notai hanno sottolineato che il patrimonio residenziale italiano ammonta a 6.355 miliardi di euro, con una media di 4,2 volte il pil nazionale. Pertanto gli interventi di natura fiscale devono muovere dalla considerazione di questo patrimonio non solo come base imponibile per specifici tributi, ma anche e soprattutto, come una porzione della ricchezza e del reddito nazionale e come possibile motore della crescita economica.
I notai hanno poi proposto di incentivare dal punto di vista fiscale l'affitto con riscatto per rilanciare l'edilizia e permettere ai cittadini di comprare casa nonostante la stretta del credito. Cioè bisogna estendere anche a questo tipo di contratto la detrazione, come per il mutuo per la prima casa. «Sostenere la locazione con patto di futura vendita risponde a diverse esigenze», ha spiegato il consigliere Giuseppe Celeste, «da un lato potrebbe spingere la vendite nonostante la difficoltà a ottenere mutui, rilanciando l'edilizia, dall'altro ha un impatto sociale immediato perché aiuta nella ricerca di abitazione. Per i costruttori poi vuol dire avere qualcuno che paga la rata del mutuo edilizio contratto per costruire».
Tra le altre proposte, la possibilità di pagare un'imposta sostitutiva delle plusvalenze immobiliari anche per fattispecie diverse dalle cessioni infraquinquennali di terreni agricoli e immobili abitativi, graduando l'aliquota in relazione all'utilità sociale degli interventi (minima per le aree comprendenti fabbricati da demolire per operazioni di riqualificazione urbana; maggiore per le aree lottizzate o per quelle da lottizzare entro un certo termine; massima per le aree non lottizzate).