
Il centro storico, luogo vivo della città rinascimentale, che i nostri avi borghesi: professionisti, artigiani e mercatanti costruiscono per lasciarsi alle spalle il buio Medio Evo nobiliare, fondato sul feudo e i suoi vassalli, non è più qui.
Ecco perché, seguendo il loro esempio, mi trasferisco in un outlet, per ora semplice spazio commerciale foriero però di grandi trasformazioni. Già ora è un vero e proprio luogo di incontro e di vita per migliaia di cittadini, che lì possono sviluppare tutte quelle attività, un tempo dislocate nei centri storici delle città.
Ma l'outlet non basta ai tanti professionisti, artigiani, mercatanti di oggi. Per questo stiamo insieme creando la città del domani, che vogliamo chiamare Civitas, come quella che nasce nei dintorni di Milano.
Non mi trattare da sognatore, ormai il nuovo millennio vuole si faccia qualcosa di epocale, che rassomigli a quello che fecero i nostri avi, per uscire dal feudalesimo. Leggi qui i due articoli, su Affari Finanza di lunedì primo febbraio scorso, scritti dalla giornalista Bettina Bush e da Carlo Alberini, architetto professore di urbanistica all'università di Firenze.
Leggi, per esempio, come si chiameranno presto le strade della nuova Civitas: Via dell'Energia, Via della Sicurezza, Via del Silenzio, Via dell'Amore.
Rimanga tra te e me, confessa il collega, io lo studio ho rinunciato a prenderlo in via dell'Amore, ormai ho una certa età e chissà quante cattiverie direbbe la gente, definendomi subito un inarrivabile presuntuoso.
L'ho preso invece in Via della Sicurezza, mi pare una buona scelta per uno studio che non si limita a curare l'amministrazione del personale. Che ne dici?
Gli assicuro che la sua idea è splendida. E non cambiare uffici, mi raccomando, neanche se nascerà la nuova Via del Settessettanta!