
Domanda. Qual è la posizione della Lapet in merito al recente decreto di sospensione dell'Imu?
Risposta. Intanto non si è ben chiarito se si tratta di uno spostamento della scadenza o dell'eliminazione dell'obbligo. Noi saremmo propensi più verso la seconda ipotesi e non solo sulla prima casa ma anche per i beni strumentali per l'impresa.
D. Circa l'aumento dell'Iva?
R. Un ulteriore aumento dell'Iva, considerando che già ha contratto i consumi facendo chiudere molte imprese commerciali, sarebbe da evitare nella maniera più assoluta.
D. Quali proposte sente di poter suggerire per controbilanciare i minori introiti che ne deriverebbero?
R. Sicuramente sarebbe opportuna una politica monetaria espansiva, così come molti Paesi extra Ue stanno facendo (Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti) e con buoni risultati. Rendendo disponibile il circolante monetario si generano maggiori consumi, quindi più produzione e di conseguenza più occupazione.
D. Sul fronte lavoro, tra le misure rivolte a incentivare l'occupazione: apprendistato, contratto di solidarietà
R. Penso che oggi, in un periodo di crisi di produzione, nessun imprenditore avrebbe interesse a prendere nuova manodopera. Piuttosto, obiettivo principale dell'impresa è rilanciare la produzione e per farlo è necessario incrementare i consumi. Non a caso, fin da tempi non sospetti, avevamo proposto il Fattore Famiglia, lo strumento grazie al quale, detassando le famiglie più numerose è possibile incrementare i consumi nei settori più importanti (abitazione, elettrodomestici, automobili, etc.) e quindi riaccendere l'economia.
D. Altri rimedi per far cassa?
R. L'imposta patrimoniale sui patrimoni di una certa rilevanza da 2 milioni di euro in su, per esempio. Se oggi il 10% della popolazione detiene il 50% della ricchezza è chiaro che si deve colpire proprio lì e se abbiamo 8 milioni circa di soggetti definiti «poveri» è chiaro che questi non potranno più essere toccati. Mi sento altresì di suggerire l'eliminazione dei costi della burocrazia e quelli improduttivi dello stato, la riduzione della spesa pubblica, che non vuol dire tagliare le prestazioni più importanti ma ridurre o eliminare, dove possibile, le indennità pubbliche. Tra le ulteriori indicazioni suggerite dalla Lapet: abolizione delle missioni estere; semplificazioni e sburocratizzazione di un sistema economico ancora legato a permessi e autorizzazioni con una incidenza eccessiva sui costi d'impresa e dei professionisti. Ed ancora, incentivo al credito da parte delle banche. Ci auguriamo che questo Governo intervenga con le riforme necessarie. Continueremo a sostenere tutte quelle misure rivolte a far ripartire il pil.