Il contribuente non può utilizzare nel giudizio contro la rettifica Iva le fatture che ha dimenticato di esibire in sede di ispezione. È quanto affermato dalla Corte di cassazione con l'ordinanza n. 10448 del 6 maggio 2013. Dunque, con questa breve motivazione, la Suprema corte ha rafforzato il concetto per cui tutti i documenti in possesso del contribuente devono essere messi a disposizione della Guardia di finanza. «In tema di accertamento dell'I.V.A», si legge nel passaggio chiave della sentenza «il divieto di utilizzo in sede giudiziaria di documenti non esibiti in sede amministrativa, previsto dal quinto comma dell'art. 52 del d.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, opera non solo nell'ipotesi di rifiuto dell'esibizione, che per definizione è doloso, ma anche nei casi in cui il contribuente dichiari, contrariamente al vero, di non possedere i documenti in suo possesso, o li sottragga all'ispezione, non allo scopo di impedire la verifica, ma per errore non scusabile, di diritto o di fatto». La vicenda riguarda una società che aveva ricevuto una rettifica Iva, dopo una verifica della Guardia di finanza presso la sua sede. L'atto impositivo era stato impugnato e, di fronte alla Ctp, l'azienda aveva prodotto anche della fatture che aveva dimenticato di consegnare alle Fiamme Gialle in sede di ispezione. In primo grado i giudici avevano dichiarato l'illegittimità della produzione documentale, decisione che è stata poi confermata dalla Ctr. Fatto ricorso in Cassazione ancora una volta, la tesi della società si è rivelata essere senza successo. Ad avviso della difesa il comportamento omissivo del rappresentante legale non era stato volontario o doloso, ma si era trattato di una semplice dimenticanza. Un rilievo, questo, del tutto privo di significato per i giudici di legittimità che hanno ribadito il concetto per cui in giudizio possono essere utilizzati solo i documenti mostrati in sede di ispezione amministrativa alla Guardia di Finanza. Anche la Procura generale della suprema corte, nell'udienza svoltasi al Palazzaccio lo scorso 11 aprile, aveva chiesto di respingere il ricorso della società e di confermare la decisione dei giudici di merito.
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