
I debiti degli enti
Per quanto riguarda i debiti degli enti locali, per il 2013 «il limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria» è incrementato fino al 30 settembre 2013, «da tre a cinque dodicesimi» e «l'utilizzo della maggiore anticipazione vincola per i comuni una quota corrispondente delle entrate dell'Imposta municipale propria per l'anno 2013 e per le province una quota dell'imposta sulle assicurazioni contro la responsabilità civile derivante dalla circolazione dei veicoli a motore, esclusi i ciclomotori, per l'anno 2013», si legge nel dl. Dal quale saltano i vincoli finanziari per gli enti locali – impegni di spesa e prestiti per investimenti – mentre vengono previste sanzioni ex post nel caso di liquidità richiesta e non utilizzata. Il controllo è affidato alla Corte dei conti su segnalazione della Ragioneria generale dello stato e le sanzioni saranno pari a «due mensilità del trattamento retributivo al netto degli oneri fiscali e previdenziali per i responsabili dei servizi interessati». E ancora, gli enti locali «che non possono far fronte ai pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili maturati al 31 dicembre 2012 a causa di carenza di liquidità possono chiedere alla Cassa depositi e prestiti entro il 30 aprile 2013 l'anticipazione di liquidità da destinare ai pagamenti». Nelle precedenti versioni gli enti locali potevano fare richiesta al ministero dell'Interno entro il 31 maggio. Resta il Fondo di previsione del ministero dell'economia, fondo per assicurare la liquidità dei pagamenti dei debiti certi liquidi ed esigibili, con una dotazione di 2 miliardi per ciascuno degli anni 2013 e 2014. Non c'è invece l'anticipazione al 2013 dell'aumento dell'addizionale Irpef.
Manovre correttive
Relativamente al rispetto dei vincoli di deficit, qualora dal monitoraggio effettuato dal Mineconomia, tenuto anche conto degli andamenti di finanza pubblica, emerga il rischio del mancato raggiungimento dell'obiettivo del 3% per il rapporto deficit/pil, «il ministro dell'economia e delle finanze, previa apposita relazione da inviare al Parlamento o da allegare comunque alla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, può disporre con proprio decreto la rimodulazione per gli anni 2013 e 2014 delle spese autorizzate dal presente provvedimento». In alternativa, il Tesoro potrebbe intervenire con «l'adozione di provvedimenti correttivi urgenti».
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