
Come si ricorderà uno degli ultimi provvedimenti del governo Monti, la Legge di stabilità 2013, ha introdotto un'intervento di spending review particolarmente odioso per chi è titolare di una pensione a carico dell'Inps e quindi anche per quelli della gestione Inpdap o ex Enpals. È stato stabilito, infatti, che gli enti previdenziali non dovranno più stampare e spedire la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente, pensione e assimilati, ma sarà resa disponibile in modalità telematica. È solo prevista la facoltà per il pensionato di richiedere la trasmissione del Cud in forma cartacea. Ovviamente l'Inps non ha tardato a dare attuazione alla norma e con la circolare n. 32 del 26 febbraio 2013 ha reso noto ai cittadini le diverse modalità di reperimento del modello che in sintesi sono:
- dal sito dell'ente utilizzando il codice identificativo Pin;
- posta elettronica certificata CEC-PAC, i cittadini, che hanno comunicato all'Inps un indirizzo di posta non certificata, saranno informati via email della disponibilità del Cud sul sito dell'Istituto;
- richiesta presso le sedi locali dell'Inps, dell'ex Inpdap ed Enpals, che appronteranno appositi sportelli;
- nei casi di dichiarata impossibilità di accedere alla certificazione si potrà chiedere espressamente l'invio del Cud al domicilio, direttamente o delegando altro soggetto;
- Centro di assistenza fiscale (Caf) al quale si dovrà conferire specifico mandato;
- uffici postali appartenenti alla rete «Sportello Amico» in virtù dell'apposita convenzione tra Inps e Poste Italiane, che dietro un corrispettivo a carico dell'utente pari a 3,30 euro, rilascia alcuni certificati per conto dell'Istituto, tra cui il Cud Pensionati e il Cud Assicurati.
Ancora una volta la scure del governo, sotto la volontà di semplificazione della macchina dello Stato e della riduzione della spesa pubblica, va a tagliare a svantaggio delle fasce più deboli della nostra società, cioè gli anziani, in gran parte privi di qualsiasi conoscenza informatica.
Ma sarà sicura semplificazione e risparmio?
Se, infatti, la Legge fosse stata oggetto di una «valutazione preventiva degli effetti di ipotesi di intervento normativo ricadenti sulle attività dei cittadini e delle imprese» (a norma dell'art. 14 della legge 28/11/2005 - n. 246 - Analisi di impatto della regolamentazione – AIR -), crediamo che tutto ciò non sarebbe avvenuto.
Perché è naturale che folle di pensionati prenderanno d'assalto le sedi territoriali degli enti per farsi stampare materialmente il Cud. Ed i costi ricadranno su di loro per gli spostamenti presso gli sportelli, per non parlare dei 3,30 euro per coloro che si rivolgeranno allo «Sportello Amico» delle Poste. A ciò, naturalmente, andrà aggiunto il maggior lavoro a cui saranno destinate le sedi dell'Istituto, nonostante le stesse già versino, nella maggior parte del territorio, in precario equilibrio nei confronti dell'utenza.
In questa vicenda tutta italiana, i consulenti del lavoro hanno anche dato la loro disponibilità a proporsi come ulteriore canale di appoggio per la stampa di tali certificazioni, sfruttando la propria articolazione territoriale. Inspiegabilmente, nonostante rappresentino la maggior fonte di informazioni, reddituale e non, che alimenta le banche dati dell'Inps, questo ad oggi rimane sordo ad abilitare anche la categoria a questo servizio che, peraltro, verrebbe reso anche gratuitamente. Peraltro, è difficilmente spiegabile come si possa incidere socialmente in modo così pesante e negativo senza porsi il problema degli effetti delle disposizioni che si diramano.