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Urge uscire dal pantano, serve un governo

del 09/03/2013
di: di Lucia Basile
Urge uscire dal pantano, serve un governo
«È urgente dare un governo al Paese nel più breve tempo possibile», ha chiosato Roberto Falcone, presidente nazionale dell'Associazione tributaristi Lapet, allorquando, a due settimane dal voto, la Nazione è ancora in stallo. I risultati delle appena trascorse consultazioni politiche hanno decretato, quali vincitori, quasi alla stessa stregua, ben tre forze politiche: Pd, Pdl e, a sorpresa, il Movimento 5 stelle. Un Parlamento praticamente spaccato in due, con due diverse maggioranze nei relativi rami. Primo partito, con il 25% delle preferenze, il neonato Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Un consenso, quest'ultimo, che probabilmente porta dietro di sé la voce di tanti italiani insoddisfatti e il loro desiderio di rinnovamento. Allo stato dei fatti, quindi, il Paese è in una condizione di pura ingovernabilità, un rischio che l'Italia non può assolutamente permettersi, ribadiscono i tributaristi Lapet.

«Il momento che stiamo attraversando è senza dubbio molto difficile. Proprio per questo non si può aspettare oltre, né lasciare la Nazione in questo stato di incertezza politica per lungo tempo. Ogni giorno che passa è un giorno perso e, dare il segnale che non esiste un governo forte, è un problema ancora più grave. Un Paese che non ha una guida solida, distoglie gli investitori, genera le speculazioni sui mercati finanziari, non dà credibilità né alle nostre imprese, né al sistema politico. Tutti fattori questi estremamente negativi per il rilancio economico del nostro Paese», ha aggiunto Falcone.

E intanto l'incertezza spaventa i mercati, la borsa è altalenante, lo spread impenna. «Si subisce l'aggressione dei mercati proprio nei momenti di debolezza. Spesso si parla in termini di spread ma, se i mercati si muovono in questo senso, è perché vedono che il Paese non cresce. Se l'Italia iniziasse a mostrare di saper reagire, i mercati non si muoverebbero sull'onda della speculazione. Basti ricordare che, quando sono state varate misure di contenimento della spesa pubblica, i mercati hanno reagito con segno opposto», ha rammentato il presidente.

Il suggerimento che nell'immediato la Lapet sente di suggerire è la costituzione di un governo con un programma di pochi punti, purché credibili e attuabili. Semplificare, sburocratizzare, liberalizzare, incentivare il credito, detassare con un regime fiscale più equo le famiglie più numerose: questi alcuni dei punti chiave in agenda che la Lapet aveva già avuto modo di indicare alla nuova classe politica (si veda ItaliaOggi del 19 gennaio scorso) e che oggi ribadisce con ancor più vigore, anteponendo al primo punto una necessaria riforma del sistema elettorale.

«Perdere tempo non porta da nessuna parte, se non ad un'inutile stillicidio. Peraltro è assolutamente da scongiurare la minaccia di movimenti eversivi, come segnalato nell'ultima relazione sull'ordine pubblico, lanciando segnali forti e dando risposte chiare alla Nazione», ha detto Falcone. Ora, secondo la Lapet, alla protesta devono seguire i fatti, evitando l'errore già commesso in passato e che potrebbe farci ritrovare nella stessa situazione di quasi due anni fa.

«Se non si avrà il coraggio di cambiare, tutte le migliori intenzioni non avranno alcun senso». Falcone conferma l'impegno. «Continueremo pertanto a richiamare la politica al bene comune, per il raggiungimento del quale, occorre superare ogni interesse dei singoli».

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